Brasa scoerta
Data: 22/07/2019,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: Honeymark
... po’ d’angoscia all’idea di affrontare un mondo dal quale veniva attirata ma di cui sapeva sostanzialmente per sentito dire.
- Porti sempre autoreggenti e tanghino? – Domandai sotto casa sua.
- Puoi scommetterci.
No, non era affatto angosciata.
Brasa scoerta.
3
Entrati in casa sua, mi fece accomodare sul divano, poi andò in bagno. A rinfrescarsi, immagino. Quando uscì accese una radio che metteva in onda musica leggera, abbassò le luci e mi portò da bere la stessa cosa che avevo bevuto a fine pasto al ristorante. Notava le cose ed era ben fornita. D’altronde era comproprietaria del supermercato dove lavorava e viveva in una bella casa. Si sedette vicino a me e sorseggiò un po’ del mio liquore. Attese la mia iniziativa.
- Sdraiati sulle mie ginocchia, – le dissi dopo aver svuotato il bicchiere.
Si mise in ginocchio al mio fianco destro, poi si girò dalla mia e si allungò sulle mie ginocchia. Si mise comoda e si rilassò. Con calma cominciai ad accarezzarle le gambe, poi le cosce risalendo sotto le gonne. Quando arrivai alla fine delle autoreggenti mi gustai il caldo che la sua pelle liscia trasmetteva alle mie mani. È da quando ero adolescente che amavo accarezzare quel tratto di coscia. Se la ragazza ti lasciava arrivare fin lì, era come se ti avesse detto sì.
Intensificai le carezze senza ancora palparla nel vero senso della parola. Sapevo quanto piace alle donne essere accarezzate con crescente intensità. Quando arrivai al culo, era ...
... praticamente nudo perché il tanghino era insinuato tra le chiappe. Indugiai molto sul culo, portandola ad allargare di più le gambe. Forse era un modo per invitarmi ad andare avanti, ma più probabilmente era una reazione spontanea, un modo di lasciarsi andare al piacere.
Accarezzandole l’interno delle cosce, arrivai a sentire che era umida. Si stava eccitando. Col tanghino tra le natiche non era facile sfilarlo, anche se magari lei non era disponibile a farcelo togliere. Ma volendo comunque tentare, sfilai la mano e, aiutandomi con l’altra, le slacciai la gonna e gliela sfilai, notando con piacere che mi stava aiutando sollevandosi leggermente.
Gettai la gonna e ripresi ad accarezzarla con maggiore intensità. Ora reagiva alle mie palpate e quindi c’era sintonia. Presi il tanghino con due mani e provai a sfilarglielo, sperando che mi lasciasse farlo. Dapprima strinse le chiappe per impedirmelo, ma era una reazione spontanea di pudore, perché vidi poi che si sforzò e mi aiutò per lasciarsi denudare. Anzi, alzò ancora il bacino per aiutarmi e, una volta sfilato del tutto, allargò un po’ le gambe. Ora era comoda.
Le accarezzai con sempre maggiore insistenza l’interno delle cosce, per poi passare agli inguini. Passare lì con le dita è un doveroso preliminare prima di prendere in mano la figa. Non ci vuole mai fretta in queste cose. E infatti, quando gliela presi in mano era solo il termine di una lunga strada di preparazione.
Invece che sobbalzare alla mia presa, dolce ma piena, ...