1. Essenze euforizzanti


    Data: 24/07/2019, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Idraulico1999

    ... dire il vero a staccare gli occhi da quel vezzoso accessorio che aveva sempre accompagnato i miei pensieri erotici, non soltanto per il periodo della tesi, bensì anche per tutti gli anni successivi. La mia esposizione fu brillante, da applauso, giacché feci di tutto per farle notare il mio d�accessorio, mi tolsi la giacca in modo che la cintura fosse evidente, eppure lei non fece altro che tenere gli occhi fissi e concentrati sullo schermo dove venivano proiettate le tracce della mia presentazione. La riunione si concluse in meno di un�ora, salutai i due collaboratori e il caro professore che dopo qualche complimento si congedò rivolgendosi nella mia direzione:�Adesso lascio la scena ai giovani. E� da parecchio che voi due non vi vedete, chissà quante cose avrete da raccontarvi. Sei libera di chiudere qui la tua giornata lavorativa, non vorrai costringere Alessandro alle tue solite sedute d�analisi davanti al computer come facevi un tempo, vero?�.Lui sorridendo se ne andò, io rimasi da solo con la professoressa in quella sala vuota in un silenzio quasi fantastico e irreale, in seguito lei m�agguantò per la cintura con un modo di fare deciso e sorridendo mi riferì:�Devi ancora imparare molto a quanto vedo. Pensavi che indossando questa cintura sarei caduta ai tuoi piedi come una giovane vergine vogliosa? Invece ti sei comportato come un innocente bimbo alle prime armi alla sola vista del mio fazzoletto. Ti sei dimenticato proprio tutto?�.Lei mi sorrise ancora, io risposi ...
    ... abbassando la testa per nascondere quell�evidente rossore.�So bene che non hai scordato nulla. So che avevi architettato tutto, per capire se le famose porte erano ancora aperte. Vedo che sei sempre più uomo� - aggiunse in maniera maliziosa.Io tentai di risponderle, però mise il suo dito indice sulle mie labbra sussurrandomi:�Stasera a casa mia. Tu sai dove abito, no. Porta quello che serve. Ore ventuno, non tardare�.Lei uscì dalla stanza lasciandomi lì a mezz�aria fra un sorriso e un sussulto. Io ero in ritardo, come sempre, dato che lei sapeva di questo mio irremovibile e ostinato difetto. L�ansia per quell�incontro tanto sperato m�aveva fatto guidare per i pochi chilometri che separavano le nostre case a velocità sostenuta. I viali della circonvallazione erano vuoti in quella sera di luglio, i finestrini erano abbassati, la radio che suonava e la mia mente ormai completamente proiettata sull�immagine del suo corpo, in quanto l�odore dei tigli ne esaltava il tramontare della sera. Immerso a fondo in quei pensieri dopo aver parcheggiato, uscii dalla macchina con in mano l�unica cosa che sapevo di dover portare. Suonai il campanello, entrai nel portone di quel condominio che ben conoscevo, l�ascensore saliva rapido quei quattro piani che io ignaro contavo alla rovescia, impensierito d�arrivare all�ultimo. Il suo appartamento non era molto grande, tuttavia era arricchito da una terrazza che dominava tutta la città, lì non c�erano occhi che t�osservavano dall�alto, poiché sapevo che ...
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