Il corso (Quinto e ultimo capitolo)
Data: 26/07/2019,
Categorie:
Etero
Autore: Alba17
... reggo più. "Smettila" gli dico a voce a bassa come parlassi a me stessa mentre continuo a guardarlo terrorizzato. Smette di suonare. Respiro di nuovo, inspiro. Lui si alza in piedi e va a svegliare una alla volta le mie colleghe. Il mio sguardo vigile, minaccioso lo controlla in ogni più piccolo movimento, in attesa di un suo passo falso. Le tocca una alla volta, chi sul piede, chi sulla gamba, chi sulla schiena o sulla mano. Sussurra ad ognuna qualcosa all'orecchio. Non riesco a sentire cosa. Poi viene da noi. Ho di nuovo paura. Io sono sveglia, ma ho paura. Lo sguardo pieno di terrore, i miei occhi, gonfi di lacrime di terrore, diventano due fessure. Sprizzo odio da tutti i pori. Mi accarezza i capelli prima da una parte, poi dall'altra. Il cuore mi salta in petto come volesse uscire fuori. Giro la testa per vedere quello che faranno le sue mani. Mi guarda. Nota la mia paura. Il tempo si ferma in quel preciso istante. Dimentico persino di respirare. Annuisce. Si allontana. Di nuovo respiro a fondo... inspiro... "Wow - dicono sbalordite le mie colleghe - che bello! Noi abbiamo viaggiato!". Cominciano a raccontarsi le loro storie con entusiasmo. Chiudo gli occhi. "Alba, su, e' finita" dissi a me stessa cercando invano di non pensare. Poi la sua voce: "Alba, raccontaci cos'hai vissuto". "No, è meglio di no. Non voglio rovinare la magia delle altre" dico amareggiata. "Non devi paura di aver sentito cose diverse rispetto alle altre". "Ah, se tu sapessi..." dico a me stessa. ...
... A lui, invece, rispondo categorica. "Preferirei di no". "Alba, tu non stai bene. Va' fuori a prendere una boccata d'aria". Faccio come dice. Appena fuori, mi riempio i polmoni. Cerco di tornare in me. Mi raggiunge. "Mi dispiace"mi dice. "Di cosa? Non è mica colpa tua - rispondo - casomai della mia anima tormentata". Mi pizzica gli zigomi con due dita. Un gesto con la quale prendiamo i bimbi quando li vediamo irrequieti e vogliamo calmarli. Sorrido con una punta d'imbarazzo, poi chiudo gli occhi per un momento. "Entriamo - mi dice - le altre ti stanno aspettando". Torno in palestra. Le mie colleghe continuano a raccontare le loro storie. Tutte così belle e spensierate. Le ascolta, le osserva, ma sembra distaccato. Poi guarda me. "Alba, va bene così. Non pensare troppo al tuo stop, se ti sei accorta che ti stavi spingendo troppo oltre, era l'unica cosa che avresti potuto fare per proteggerti". Ultimamente parlo tanto con me stessa. Per fortuna in silenzio. Nessuno si può accorgere dei miei pensieri. Oggi è di nuovo sabato. È l'ultima lezione. Sono qui presente, ma non con la testa. La mia mente ha alzato uno scudo. Lui parla, le altre pure. Non ascolto più. Non voglio. Fine lezione mi venne vicino. "Alba, oggi sei distratta" mi dice. "Scusa" sussurro. "Non è un rimprovero, ma un'affermazione". Non parlo. Ormai anche lui si è abituato ai miei silenzi. Ci consegna il diploma tra applausi entusiasmanti e complimenti da parte di tutte. Sollevata, stringo in mano la pergamena. ...