1. La Signora No


    Data: 31/07/2019, Categorie: Etero Autore: senzaidentità

    ... risultato non la ringiovanisce però gli rimanda un’istantanea ridotta delle sue tette ora che si piega oltre il tavolo per farsi annusare. Identica all’immagine di Lia quando era giovane. Lo specchio di quel tavolo la spogliava coi suoi occhi. -Smettila animale, Olja non è Lia ed il passato no torna. Ma tu come i cani annusi e ti muovi d'istinto... MA non è colpa mia, vogliono che vada nella Jungla dovrò allenarmi a usare l'istinto o no?- “Stai discutendo col grillo parlante?” Si in effetti e ora si domanda se lei legge nel pensiero ma è più probabile che sia la sua faccia, trasparente come il suo vestito. Si può essere felici in eterno con chi ti condivide tutto ma forse in questo modo più che l’anima gemella ci si adatta ad essere l’ombra dell’altro. Un refolo di freddo marino pungente come un raffio lo riporta sulla sedia e la luce del sorriso di Olja ha messo in fuga l’ombra. “Allora?” “Allora concordo, sui vestiti dice poco. Forse è meglio se ti levi la sciarpa e lo metti sul collo.” Lei ci pensa. “Ma qui fa freddo.” “Andiamo dentro, prendiamo il caffè?” “Andiamo a casa tua a berlo.” “Come no. E che dico a lei?” “Che siamo stati alla cena di lavoro.” -Beh non è impossibile, considerata quella cantina al pian terreno... Cosa fanno le bestie in questi casi di pericolo? Mmm... Fuggono direi.- “Non si può fare poi pensa male e iniziamo la musica dei no fino a Capodanno…” “E vabbè.” Olja scioglie la sciarpa, sotto il mento ha una voglia che somiglia a un succhiotto. ...
    ... “Adesso come ti sembra?” Allunga il naso mentre lui allunga il collo, sente che rabbrividisce ad un ritmo infernale. “Sa di stantio quanto prima.” Risate urlanti. “Il mio profumo naturale è meglio di quest’intruglio che mi hai comprato.” “Non dubito.” “Ma se non vuoi andare a casa tua non so dove fartelo sentire.” Ecco un cameriere. Porta il conto e ammicca ma è più probabilmente un'impressione. Due persone più negano la loro attrazione e più hanno l’impressione che tutti gliela facciano notare. “Casa mia è occupata Olja e non posso rientrare sempre alle sei.” Sta stringendo il tovagliolo come un demente, gli verrebbe da ansimare a perdifiato. “Cos’è hai paura di essere troppo vecchio?” “Durerei di sicuro più del mio letto… Ma solo perché l’ho preso da Ikea ed è già scordato...” “Tu sei uno scordato...” Gli ineluttabili incontri delle loro gambe sotto al tavolo lo fanno spalmare sullo schienale curvo della sedia che non ha intenzione di raddrizzarsi e aiutarlo a riprendersi una posizione dignitosa. Si è rattrappito così tanto che le risate di Olja squillando lo fanno squisitamente sprofondare. “E adesso sei ancora più basso di me.” S’è alzata in piedi e nonostante l’Inverno porta sempre quelle gonne, cioè strisce di stoffa, con le calze dalla riga nera dietro collegata al panorama oltre il perizoma. “In compenso sono cresciuto altri centimetri qua.” “Quindi? Perché non andiamo a casa tua e m’impali?” “Ma come parli?” Il vento gli sferza in faccia un’altra sfilza di sconcezze. È ...
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