Quella sera... quel ristorante
Data: 03/08/2019,
Categorie:
Etero
Autore: dinosanto
... immerse nell'umida foschia mi girano intorno, è una bellissima sensazione e…
Il ristorante consigliato dall’albergo corrisponde pienamente alle mie attese: elegante, non chiassoso e sembra, ben frequentato. Tacchi a spillo, minigonna ascellare che in certe posizioni da seduta, lascia addirittura intravedere le autoreggenti, camicetta bianca abbottonata sul davanti e maliziosamente scollata, una leggera giacca tenuta aperta e un poco più lunga della gonna. Così audacemente vestita, attraverso la sala del ristorante per raggiungere il tavolo prenotato.
Mi sento gli occhi degli avventori maschi appiccicati addosso. Sono sicura, mi vorrebbero spogliare ancora di più. Ciò mi lusinga, mi procura piacere, mi fa sentire più femmina. Così emozionata, ho attraversato tutta la sala e ne ho raggiunta un’altra più piccola, più riservata e discretamente illuminata da una luce fioca molto suggestiva. Questa saletta comunica con quella precedente attraverso una porta che il cameriere lascia perennemente socchiusa per facilitargli il frequente passaggio. Seduta al penultimo tavolo, con le spalle rivolte alla porta, tolgo la giacca e a causa della gonnellina troppo corta, mi ritrovo con parte delle natiche direttamente a contatto della poltroncina. In sostanza le gambe si vedono completamente anche se sono abbastanza protette da sguardi troppo indiscreti, dal tavolo che le sovrasta. Il contatto della mia pelle con quella fredda della poltroncina mi esalta, m’inebria. Mi piace ...
... immensamente sapere di avere le gambe completamente nude, anche se in parte nascoste dal tavolo.
M’intriga sentirmi così sfacciata, impudica, anche se in fin dei conti, sono semplicemente vestita come una comunissima giovane donna che ama essere desiderata e che probabilmente andrà poi in discoteca a scatenarsi in balli sfrenati. In ogni caso in questa saletta sono l’unica ospite e ne sono contenta. Non amo la confusione quando mi trovo al ristorante, non mi piace la gente che parla a voce alta, mentre magari degusto esaltanti prelibatezze. La folla al ristorante m’infastidisce!
Mi controllo la scollatura della camicetta e la sistemo meglio aprendola un pochino in modo tale che si possa appena vedere in parte l’areola. Mentre mi concentro sul menù un distinto signore sulla cinquantina si accomoda all’ultimo tavolo proprio di fronte a me.
In sostanza ci guardiamo in faccia.
Vestito in modo elegante, con giacca blu, pantaloni grigi e cravatta con disegnati grossi fiori gialli, viso ben rasato e una lucida e totale pelata; insomma, una persona distinta con la faccia da maiale.
Un po’ mi secca, costui è venuto a disturbare la mia tranquillità. Entrambi ordiniamo ma mentre il cameriere si allontana, “Scusi” lo richiamo, “Questa sera ho voglia di champagne ma essendo sola, ne potrei avere soltanto una coppa?”
Mi sta rispondendo quando…
”La prego signorina, ” si insinua l’elegante signore,
“Se posso, vorrei offrirglielo io, dal momento che anch’io sono solo e ...