Quella sera... quel ristorante
Data: 03/08/2019,
Categorie:
Etero
Autore: dinosanto
... desidererei annaffiare le ostriche ordinate, con delle ottime bollicine.” Eccoci; lo sapevo, penso tra me e me, il “Signore” comincia già a rompere! Con garbo, cercando di sfoggiare un cordiale sorriso, gli nego l’aggancio. “No grazie, anche perché non mi posso trattenere a lungo.” Che maiale! Sono a circa tre metri da lui e non posso fare a meno di osservare come affonda le labbra e con che bramosia succhia le ostriche. Mi sta provocando, mi vuole mettere in imbarazzo. Quello che virtualmente sta prendendo con le dita e succhiando intensamente non sono ostriche ma ben altro! “Però,” mi dice, ”Un brindisi non me lo può negare. Vorrei brindare alla sua esagerata ed legante bellezza.
Vorrei anche complimentarmi per l’audacia con la quale indossa la provocante camicetta, è veramente sexi senza essere volgare. Mi dà l’impressione che dietro a quei malefici ed inopportuni bottoni, ci sia qualcosa che con prepotenza vorrebbe saltare fuori, vorrebbe guadagnare la libertà. Lei non crede che ne avrebbe tutto il diritto?” Pesante come inizio, mi dico.
Cerco di non essere antipatica, anche se il tipo lo meriterebbe.
Sorridendo questa volta in modo contenuto, alzo la coppa e brindo, ma all’eleganza in generale, così da evitare ogni coinvolgimento.
Lui non demorde, nonostante il mio educato ma, pur sempre freddo comportamento, continua ad elargire grandi ed ammiccanti sorrisi. Al dessert, banalmente lascia cadere il tovagliolo e nel raccoglierlo si sofferma a lungo e da ...
... sotto il tavolo, mi guarda con ostentazione le gambe. Che porco arrogante.
Con studiata impertinenza vuole infastidirmi, violare la mia intimità, mettermi a disagio, dimostrare che può fare di me tutto quello che crede. Non può soffermarsi così a lungo con lo sguardo dentro le mie cosce, non devo permetterglielo.
Sono imbarazzata, confusa.
Santo cielo!
Non ricordavo di indossare una gonna così corta. Da quella posizione il maiale vedrà certamente molto, troppo! Mi sento sporcata da quello sguardo ossessivo.
Mi sento furtivamente penetrata, mi sento nuda, nuda di fronte ad uno sconosciuto. Non so come comportarmi, la confusione aumenta, non devo lasciarlo fare, cerco con le mani di allungare senza successo la gonna. Invece il suo viso è raggiante perché s’accorge certamente, dai movimenti nervosi ed impacciati, del mio disagio e sembrerebbe persino esserne lieto, come se un primo traguardo l’avesse già raggiunto. Sono completamente esposta alla sua insolente e determinata intenzione di spogliarmi con gli occhi.
Non dovevo così signorilmente accettare quel brindisi! Avrei dovuto essere più dura, decisa nel metterlo in riga ma la mia atavica gentilezza non mi ha permesso altro.
“Vorrei,” continua, “Complimentarmi per le sue meravigliose quanto provocanti gambe, che non ho potuto fare a meno di osservare in tutto il loro splendore. Gambe che con immenso piacere, immagino terminare dentro un ridottissimo slippino, come d'altronde ispira il suo seducente ...