1. Le dissertazioni di un rotto in culo


    Data: 07/08/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: honeybear, Fonte: Annunci69

    "Io non sono un rotto in culo…"
    
    Ogni volta che mi scrutavano, istintivamente lo pensavo. Erano sguardi commiserevoli che mi rivolgevano, come se osservassero e giudicassero uno che ha commesso il peggiore dei crimini.
    
    "A quello piace prenderlo…”
    
    Era uno degli altri commenti che, regolarmente ‘sentivo’, quando mi posavano gli occhi addosso.
    
    "Ti piacerebbe eh!? Ma la porta è chiusa: da qui non passa niente!" mi veniva da rispondere con aria di sfida. E invece li lasciavo proseguire nelle loro elucubrazioni:
    
    "Non immagino il male che possa fare…" era come se me lo bisbigliassero, quasi si trattasse di un peccato inconfessabile.
    
    E ancora: "Vabbè i gusti! Ma dare il culo proprio non lo capisco..."
    
    La lista dei complimenti potrebbe continuare: nei discorsi da bar-sport, nelle conversazioni ‘impegnate’ durante le ore di lavoro. È un vero florilegio!
    
    Del resto, come negarlo!? Il tema del rapporto anale porta sempre a discussioni partecipate.
    
    Gli eterosessuali, in genere e soprattutto nelle piccole realtà locali (ma non necessariamente), se ne dichiarano schifati. Secondo il loro illuminato punto di vista, l’ano non è fatto per l'ingresso, ma solo per l'uscita.
    
    Salvo poi, per qualcuno di loro, provare quel fastidioso prurito, riassumibile con l’espressione ‘scopare il culo (della propria partner o meno, poco importa)’. E anche qui, nei contesti sopra citati, i racconti di episodi più o meno coloriti, più o meno enfatizzati (e più o meno veri), si ...
    ... sprecano.
    
    Morale: l’idea li attizza al pari degli omosessuali. Con la non trascurabile differenza che per questi ultimi il premio finale è visto come oggetto del desiderio (per gli attivi) ovvero come concessione goduriosa (per i passivi). C'è chi infine, prende i classici due piccioni con (è il caso di dirlo) una fava (i versatili).
    
    E per non dimenticare nulla, in questa piccola dissertazione retorica, mi sembra doveroso ricordare che il tema del prendere o ricevere è sempre nella top-five delle prime dieci domande d’esordio in una gay-chat. La mitica frase ‘sei a o p?’ arriva puntuale come la cartella esattoriale.
    
    Di tutti i luoghi comuni riportati sopra, mi è sempre importato poco o nulla. E per nulla intendo solo il leggero senso di frustrazione e pena che mi suscitano, in genere, quelli che usano il loro perbenismo come paravento… Salvo poi trovarli, con una certa regolarità, nei battuage o nei parcheggi dove si pratica il car-sex; rigorosamente dopo aver messo i bambini a nanna ed aver parcheggiato la moglie (o la compagna) davanti alla televisione o a letto con un buon libro (o l’amante). Io, che di battuage, ho tutto sommato una discreta esperienza, confesso che fino a pochi mesi fa, ho sempre pensato di rientrare nella categoria degli attivi: l'idea della penetrazione, con il conseguente carico di dolore, un po' mi impensieriva.
    
    E' stata la frequentazione di Andrea a farmi scoprire il piacere del sesso anale nel ruolo di passivo.
    
    Prima di lui infatti, gli ...
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