1. Le dissertazioni di un rotto in culo


    Data: 07/08/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: honeybear

    ... piegato leggermente in avanti, di sollevare bene il culo. Si sistemò dietro di me, cominciando ad accarezzarmi le natiche con le mani.
    
    Arrivò a passarmi le dita sull'ano. Un solo dito si fermò proprio sul buco. Iniziò ad accarezzarne le pieghe ed il pelo circostante per poi spingersi all’interno. Entrò ed uscì giusto un paio di volte per abbandonarlo definitivamente. Fu a quel punto che sentii la grossa cappella, lubrificata dalla sua saliva, appoggiarsi sulla fessura tra le mie natiche.
    
    La strusciò per diverse volte, passando e ripassando sull'ano senza soffermarsi:
    
    “Adesso ti scopo… E scommetto che godrai come una vacca...”
    
    Ascoltai ogni singola parola pronunciata (quell'espressione un po' volgare, aumentò l'eccitazione); il senso di stordimento prodotto da quanto stava per accadere, m’inibì qualsiasi risposta.
    
    La punta della sua cappella si appoggiò stavolta sul mio buchetto.
    
    Lo sentii allargarmi le chiappe con le mani. Il cazzo premere, ansioso di entrare… Ed infine l'ano cominciare a cedere. Mentre la cappella entrava, lenta ma inarrestabile, provai un dolore lacerante. Lo sentii aumentare per poi andare scemando nell’istante in cui l’accolsi per intero. La sentivo avanzare lungo le mie viscere. Arrivare fino a un certo punto. Poi fermarsi. E tornare indietro, per riaffondare più in profondità.
    
    Ripeté il gioco per almeno un minuto. Gioco che, seppure frastornato, al momento mi parve un esercizio di puro sadismo, quasi una violenza. Credo che riuscii ...
    ... a maledire mentalmente tutti i miei detrattori perché, ne convenivo, avevano ragione a sostenere che prenderlo fa male… Malissimo!
    
    Il dolore che mi pareva lenito, si ripresentava ad ogni affondo più intenso. Così acuto da costringermi a reclinare il capo e deglutire.
    
    Mentre Andrea si avvicinò per baciarmi tra il collo e la spalla, sentii il pelo del suo pube contro quello del mio sedere: era entrato tutto! Rimase immobile dentro di me, continuando a baciarmi… Poi cominciò a fottermi lentamente: con un ritmo regolare, i suoi coglioni sbattevano contro le mie chiappe.
    
    Poco alla volta anche il dolore diminuì, forse perché mi stavo abituando a quella presenza dentro di me. O forse perché cominciavo a provare qualche altra cosa: una sensazione debole, indecifrabile, che aumentava costantemente d’intensità.
    
    Lui continuò a scoparmi, finché cominciai a muovermi a mia volta: era più forte di me.
    
    Riuscii anche a dare una serie di nomi a quella sensazione che provavo: piacere, godimento. Ed il piacere, il godimento aumentavano prevaricando il dolore.
    
    Il cazzo di Andrea ora entrava ed usciva senza troppa fatica; mi afferrò il bacino con entrambe le mani per tenersi meglio. Ogni volta che stava per venire rallentava fino a fermarsi. Rimaneva fermo il tempo necessario a ricacciare indietro il piacere, per poi ripartire con rinnovato vigore.
    
    Quando ritenevo che l’attesa fosse troppo lunga, ero invece io a spingere il culo verso il suo bacino per accogliere quell’uccello ...