Le dissertazioni di un rotto in culo
Data: 07/08/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: honeybear
... incontri che ho consumato, si sono sempre limitati a soft-sex: masturbazione reciproca, fellatio e stimolazione anale. Non nego che, mentre ero impegnato ad ingoiare e slinguare le aste dei miei partner occasionali, a giocare con le loro cappelle o con le mie dita all’interno dei loro buchetti, la fantasia dell'essere dominato e posseduto non mi solleticasse…
Anzi.
Tuttavia m’immaginavo regolarmente di essere il master.
Anche in ambito di autoerotismo, non sentivo particolarmente forte l'esigenza di stimolarmi l'ano manualmente piuttosto che con un dildo o altri sex-toys.
Le poche volte che comunque ci ho provato, il senso di eccitazione non aumentava e nemmeno raggiungevo l’orgasmo anzitempo.
Liquidavo la faccenda pensando semplicemente che non facesse per me.
Sino ad Andrea!
Ricordo ancora il gioco di sguardi in auto nel parcheggio poco illuminato e deserto, dove c’incontrammo la prima volta. In quell’occasione scattò subito qualcosa: capii immediatamente che non era come gli altri uomini che avevo conosciuto (nel senso biblico del termine o meno).
Andrea è certamente uomo da non buttare via: piuttosto alto, fisico asciutto e tonico, non esageratamente muscoloso. Capello e pelo chiaro, occhi ugualmente chiari.
Anche io mi difendo. A parità di prestanza fisica, sono castano con gli occhi chiari.
L’incontro occasionale dunque si trasformò in una frequentazione assidua rigorosamente ‘senza complicazioni’.
C’è voluto tuttavia del tempo prima ...
... che ci spingessimo a ‘quello’.
La primissima volta dunque, si concluse semplicemente con un pompino ed una sega.
Dopo essere scesi dall’auto, scambiammo quattro chiacchiere ed, esauriti gli argomenti di conversazione (insieme ad un paio di sigarette), decidemmo di dare libero sfogo alla libido che ciascuno lesse negli occhi dell’altro. Mi fece riaccomodare in macchina rivolto verso di lui, si abbassò i pantaloni e, dopo aver ammirato ciò che si stagliava da quella boscaglia di pelo chiaro, cominciai a praticargli il pompino più appassionato che avessi mai eseguito: mi piaceva succhiarglielo. Mi eccitava sentire quell’asta bagnata indurirsi ad ogni passata di lingua. Mi beavo nel sentirlo mugolare (non troppo forte; non sapevamo chi potesse esserci intorno a noi e, soprattutto, non volevamo attirare l’attenzione di soggetti indesiderati) mentre mi passavo la cappella sulla labbra, guardando dritto nei suoi occhi. Non riuscii a smettere di leccarlo e succhiarlo nemmeno quando la sua sborrata mi scese dritta in gola, costringendomi ad ingoiare tutta la calda crema prodotta.
A quel punto si sfilò, fermandosi ad osservare compiaciuto la mia masturbazione:
“Dimmi quando stai per venire. Voglio che tu lo faccia nella mia bocca!”
Sorrisi e presi a menarmelo con rinnovato vigore: non mi ci volle molto per accontentarlo.
Appena mi vide reclinare il capo e socchiudere gli occhi, s’inginocchiò con ancora i pantaloni abbassati, e bevve avidamente tutto ciò che il piccolo ...