1. Le dissertazioni di un rotto in culo


    Data: 07/08/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: honeybear

    ... orifizio in cima alla mia cappella fece fuoriuscire.
    
    Ci salutammo promettendo di mantenere i contatti. Così fu.
    
    C’era solo un piccolo problema: nessuno dei due (almeno inizialmente) voleva ospitare; così il contesto non favoriva la concretizzazione dell’idea che lentamente, ma inesorabilmente, prese forma nella mia mente.
    
    L’essere costretti a farlo in auto, in alcune occasioni, la fretta dovuta all’ora tarda in cui c’incontravamo, le varie ed eventuali rallentavano il raggiungimento della meta… Per farla breve, non riuscimmo a ‘consumare’ se non quando fu lui a prendere l'iniziativa: evidentemente anche Andrea sentiva il bisogno di ‘quello’…
    
    C’incontrammo al solito parcheggio. Senza scendere dall’auto mi fece cenno di salire.
    
    Ubbidii ed in breve tempo ci trovammo a percorrere una strada sterrata che si perdeva nel buio della campagna.
    
    Non feci domande. Nessuno dei due parlò: l’aria era carica di tensione. Una tensione positiva, tuttavia.
    
    In prossimità di una macchia di bosco, si arrestò. Spense il motore lasciando le luci di posizione accese. Scese di corsa per posizionarsi dinnanzi a me. Il tempo di abbassargli i pantaloni e liberare il suo uccello dagli indumenti, e mi prese dolcemente per il capo, premendomi contro il suo sesso.
    
    Lo guardai come fosse la prima volta. Annusai l’odore di maschio che emanava il pelo. Assaggiai quella notevole mazza partendo dalla cappella per poi farmi voracemente sparire tutta l’asta in bocca. La succhiai, gli baciai ...
    ... e leccai il glande a lungo, godendo di ogni singolo gemito che riuscivo a strappargli. Come sempre, la mano libera scivolò sul mio uccello. Lo scappellava per poi iniziare a masturbarlo.
    
    Raggiunsi la perfetta sincronia mano-bocca. Andrea raggiunse invece l’orgasmo e mi venne direttamente in faccia. Feci appena in tempo a chiudere gli occhi per non essere accecato dal denso liquido caldo che si mise a spalmarmi a dovere usando la cappella umida, mentre mi ordinava: “Avanti, continua! Fammelo tornare dritto e duro!”
    
    Ripresi dunque a spompinarlo e dopo un paio di minuti di entusiasmante lavoro di lingua, sentii la sua mazza indurirsi nella mia bocca. Diventò sempre più lunga (e larga). Quando riprese le sue spettacolari dimensioni, me lo levò di bocca con un gesto brusco:
    
    “È ora di passare qualcosa di più serio, non penserai di cavartela con così poco, vero!?”
    
    Capii che era giunto il momento: mi voleva scopare.
    
    Ora, giusto per chiarire: Andrea è piuttosto dotato in lunghezza, ma il diametro è sicuramente il suo punto di forza.
    
    Immaginate dunque un verginello, ingolosito da siffatto salsicciotto…
    
    Non mi mostrai particolarmente contrario, né spaventato dalla proposta. Con il senno di poi direi che ero anzi eccitato e voglioso di sentire quella nerchia anche nel mio culo.
    
    Mi fece uscire dall’abitacolo ed appoggiare i gomiti sul cofano (ancora caldo) della macchina. Mi levò scarpe e pantaloni, suggerendomi di piantarmi saldamente con i piedi e, dopo avermi ...