Come vincere alla lotteria...
Data: 16/08/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: sconosciuto1966
All'epoca avevo quasi sedici anni, parlo degli anni ottanta, erano circa sei mesi che lavoravo presso un prestigioso Hotel di cinque stelle come apprendista cuoco.
Il lavoro era durissimo, orari da incubo, dalle dieci alle quattordici ore al giorno, con una gerarchia da caserma militare. Visto che ero l’ultimo arrivato dovevo sottostare agli ordini di praticamente tutti, eccetto pochissime persone che svolgevano i lavori più umili. Ero diventato bravo e mi destreggiavo bene, conoscevo quasi tutti e sapevo un po' tutto di tutti. Passando così tanto tempo al lavoro era diventato come in famiglia, conoscevo carattere e abitudini di tutte le persone con cui avevo a che fare.
C’era il secondo maître d’hotel tra i trenta e i quarant’anni, non so esattamente quanti anni avesse, era leggermente brizzolato ma comunque d’aspetto giovanile. Era alto sul metro e ottanta, ad occhio e croce era poco sotto gli ottanta chili, molto sportivo, correva o andava in bicicletta tutte le volte che aveva tempo libero e se era brutto tempo andava in palestra, portava i capelli cortissimi ed era sempre sbarbato e super curato. Aveva un fare decisamente da gay e tutti lo prendevano in giro ma chiaramente di nascosto per via della sua posizione gerarchica.
Io gli davo del lei e non avevo mai o quasi mai a che fare con lui direttamente, ma gli apprendisti, i commis e gli chef de rang dicevano che era molto severo e esigente.
D’estate riuscivo ad andare a casa, ma d’inverno prendevo una ...
... stanza presso la casa del personale perché farmi più di 40 minuti in motorino con magari la neve o la pioggia e soprattutto le temperature vicino allo zero, di notte verso la una, una e mezza quando finivo di lavorare era decisamente da fuori di testa. Così dall’hotel alla casa del personale me la cavavo con soli neanche cinque minuti di motorino.
Quel giorno arriva la direttrice del personale in cucina e mi chiama da parte, mi dice che deve cambiarmi la stanza per non so quale motivo, io che a quell’epoca ero timidissimo e a dir poco imbranato nelle conversazioni che gli adulti, ascoltai e ne presi atto. Nel pomeriggio, durante la pausa, andai nella casa del personale e dalla camera che mi era stata assegnata in un primo momento, presi tutta la mia roba e la portai nella nuova stanza in un’ala decisamente più isolata e con solo due stanze attigue. Separate da un piccolo atrio e con un bagno ed una doccia in comune. La nuova stanza aveva un lavandino, che prima non avevo, ed una grande finestra, l’arredamento era decisamente migliore di quello prima ed era più grande con un bell’armadio per i vestiti più una scrivania. Decisamente molto più confortevole di quella che avevo prima, pensai subito che avevo vinto alla lotteria. Ormai si era fatto l’ora di ritornare all’hotel per il servizio serale.
Uscii dalla stanza e chi mi trovai davanti, il maître in seconda!
-Buona sera
-Ciao, vedo con piacere che hai già preso la tua stanza.
-Si, ho finito ora di portare le mie ...