I silenzi di Luca
Data: 17/08/2019,
Categorie:
Incesti
Autore: Edipo
... di dieci minuti avevo fatto di Luca il mio amante, quel bambino dagli occhi scuri che mi guardava trasognato quando ero già grande e gli facevo da baby sitter e gli compravo il gelato con la promessa che non avrebbe raccontato che mi ero incontrata con qualcuno. Non era solo per la lunga astinenza che mi sembrò di non avere mai provato un piacere così intenso quando esausta scesi al suo fianco nel letto. Mi sentivo libera come e più di prima, sciolta da ogni complesso, padrona di trovare piacere nel modo che preferivo. Il lamento di uccelli notturni si confondeva con gli ultimi ansimi, la luna proiettava ombre attraverso la finestra e gli occhi di mille folletti pareva che spiassero i due corpi distesi che appena si intuivano nell'oscurità. "Vuoi che vada via?" chiese lui, incerto. Mi sembrò che fosse più intimidito adesso di prima, che quasi mi temesse. "Puoi restare tutta la notte", risposi, accarezzandogli il petto magro. "Mamma si preoccuperà non vedendomi tornare." "Hai ragione, vai allora". Lo sentii rivestirsi lentamente, alla ricerca degli indumenti sparsi per la stanza. Mi alzai, aprii la porta per capire se dall'altra parte della casa mia madre desse segni di vita. "Io allora..vado." disse Luca. "Baciami." gli dissi sottovoce. Lui obbedì e lo accompagnai alla porta, aprendogliela. Ascoltai i suoi passi giù per le scale mentre la fredda aria della notte raggiunse il mio corpo nudo. Richiusi. Il giorno dopo raccontai tutto a Daria. Ridevamo quando Luca e Marco ci ...
... raggiunsero. Luca si incupì mentre Marco chiese:"Perché state ridendo?" "Cose di donne, amore" rispose la madre, accarezzandogli i capelli. Restai a pranzo da loro. Ero seduta di fronte a Luca e a un tratto misi il mio piede sul suo e poi lo toccai in altre parti del corpo. Lui era imbarazzato, più svagato del solito, notò la madre che lo canzonò per tutto il pasto. Quando venne il momento di andarmene, Daria disse a Luca:"Accompagna Melania." e lui mi aveva accompagnata. "Ti dispiace quello che è successo stanotte?" gli chiesi. Scrollò le spalle. "Bè, se a te dispiace, a me no". Stemmo in silenzio per un pò. "Senti, è stata la prima volta, vero?" Arrossì, guardò per terra. "Non c'è niente di cui vergognarsi, anzi è...bellissimo, sai". "Perché l'hai raccontato a mia madre?" Restai interdetta, poi risposi: "Bé, mi sembrava corretto,sai..." "Ridevate di me?" "No, che dici? Tua madre era contenta..." Non disse nulla. A casa mia lo condussi per mano nella mia stanza. Mia madre non c'era, quel giorno accudiva una vecchia zia malata, e stavolta non restammo al buio. Notai con piacere che il ragazzo, nonostante l'esperienza della notte precedente, non era diventato arrogante o possessivo ma si lasciava ancora guidare. Il contrasto fra il mio corpo formoso e quello ancora da adolescente di lui mi eccitò particolarmente mentre con la coda dell'occhio li vedevo stretti nello specchio del mio armadio. Stavolta non avevo l'ansia di godere della notte prima e mi presi tutto il tempo che ...