1. Sabrina


    Data: 18/08/2019, Categorie: Sensazioni Etero Dominazione / BDSM Autore: MASTER84

    Portai Sabrina con me in campagna perché avevo bisogno di fare legna.Eravamo all'inizio della primavera. Di giorno il sole scalava la pianura eil clima era caldo e sensuale, ma di notte nella fattoria diventava freddo el'erba si faceva umida.Era la prima volta che ci accompagnavo Sabrina. Le aprii la portieradell'auto e la aiutai a scendere. Le feci vedere le varie stanze della casa,le mostrai il cortile, le indicai il capanno dove erano accatastati gliattrezzi e la legna. Mi piaceva tenerle una mano dietro la testa e spingerlaavanti a me mentre camminavamo sul grande prato dietro la casa, mentre lespiegavo che eravamo soli e che la casa abitata più vicina era a quasi 15chilometri da qui.- Davvero?- Certo, cagnetta. Ma adesso togliti le scarpe. Ti piacerà camminaresull'erba a piedi nudi.Lei le tolse, e le tenne in mano per tutto il sentiero che percorremmointorno alla casa. Le tenne in mano anche quando fummo sul vialetto dighiaia. Mi fermai di fronte all'ingresso principale, e le dissi diaspettarmi. Tornai alla macchina, presi il borsone dal bagagliaio e cisistemammo nel salone, davanti a un grande camino spento.- Queste non ti servono, puttanella, dissi prendendole le scarpe eappoggiandole sul tavolo insieme al borsone. Ora voglio che ti giri.Sabrina andò di fronte al camino e si voltò, mostrandomi le spalle.Aprii il borsone e cominciai a tirare fuori quello che conteneva. Queitintinnii metallici e di plastica, quegli oggetti che disponevometicolosamente sul tavolo della ...
    ... sala suscitavano in lei una partecipecuriosità, e più volte fece l'atto di girasi.- Non ti voltare, puttanella. Ancora un attimo di pazienzaPresi un paio di manette e mi avvicinai a lei.- Dammi le mani, da brava.Presi le mani che mi porgeva dietro la schiena e le feci scattare le manetteintorno ai polsi. Poi la tirai per i capelli e le dissi di aprire la bocca.Nell'altra mano tenevo una matita. Gliela misi in bocca orizzontalmente e ledissi che doveva tenerla così, senza lasciarla cadere. Sabrina annuì.Tornai verso il tavolo, presi un grosso elastico e tornai da lei. Le bloccaila matita in bocca passandone l'elastico prima intorno a un'estremità, poidietro la sua testa e fissandolo infine all'altra estemità. Sabrina mugolò.Era una cosa che non le avevo mai fatto, e la sorprese.Le avevo messo il morso. Improvvisamente, era diventata la mia puledra.- Ti piace, cagna?La girai. Mi guardò e provò a dire di sì. Brava, le sussurrai. Le tolsi laminigonna e le mutande, la accarezzai le cosce e la condussi davanti altavolo su cui avevo disposto i suoi giochi.- Guardali, piccola.C'erano tutti. Una lunga fila di palline di plastica da infilare nel sedere,morsetti per i capezzoli, vestitini di cuoio, corde.- Da quale vuoi cominciareLe accarezzavo la schiena, la mano infilata sotto il golfino. Li stavaguardando tutti, uno per uno. Li aveva provati tutti più volte, ma avevasempre avuto un debole per- La frusta? chiesiSi piegò sul tavolo e con il mento indicò la frusta, che avevo lasciato ...
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