Dalia - cap. 14: nel vortice della depravazione
Data: 20/08/2019,
Categorie:
Tradimenti
Autore: DonEladio
Le giornate in casa nostra ormai avevano assunto contorni surreali fin dal primo mattino: tutti i santi giorni salutavo Dalia sulla porta d’ingresso, percorrevo il pianerottolo con la bimba per mano e incontravo puntualmente il sig. Alemanni e il sig. Gatti che fingevano di chiacchierare del più e del meno, ricambiavo insofferente il loro stucchevole buongiorno e li vedevo con la coda dell’occhio avviarsi verso casa mia; giusto pochi secondi per permettere a mia moglie di sfilare la vestaglia e accoglierli in casa già completamente nuda come piaceva a loro (e a chi non sarebbe piaciuto?), porgeva loro a sua volta il buongiorno consentendo alle loro mani rugose di esplorare liberamente ogni angolo del suo corpo e alle loro lingue viscide di farsi largo tra le sue labbra; poi offriva loro il caffè, si faceva palpare un altro po’ e sempre più spesso ci scappava anche un pompino. Una parte di me non si stupì affatto una mattina nel vedere un altro condomino insieme a loro: un altro pensionato (a parte una giovane coppia di marocchini con un bimbo neonato, la palazzina era abitata da tre coppie di pensionati, una vecchia vedova e, ovviamente, noi), il sig. Santoni, che da sempre completava il trittico con gli altri due e che in effetti mi chiedevo come mai non fosse stato ancora informato dai suoi compagni di merende a proposito del giocattolino che si erano procurati; venni a sapere che inizialmente ci mise un po’ a superare la paura di farsi beccare da quella strega della ...
... sua consorte, ma alla fine inevitabilmente capitolò e decise di correre il rischio e non farsi scappare quel bocconcino di mia moglie.
Nel giro di pochi giorni casa mia diventò una specie di circolo per pensionati pervertiti: il caffè diventò sempre più lungo, poi ci scappava la sigaretta con l’ammazzacaffè, vuoi non fare una partitina a scopa d’assi, mentre ci sei? Quello che erano abituati a fare al circolo ARCI del paese dalle 8 alle 12, continuarono a farlo a casa mia, serviti da mia moglie sempre nuda che offriva generosamente le sue intimità alle loro mani e alle loro lingue e la sua bocca ai loro piselli; Dalia mi raccontò che tutto sommato era meno peggio di quanto avesse temuto: dopotutto i tre si comportavano sempre in maniera molto educata e gentile nei suoi confronti (Alemanni un po’ meno, ma Dalia sapeva che finchè gli dava quello che voleva non avrebbe avuto motivi per essere scortese), nella maggior parte dei casi si concentravano a leccarle la passera e toccarle tette e culo quando li serviva ai tavoli, le chiedevano di sedersi sulle loro gambe e farsi accarezzare, i pompini erano una formalità dato che quando cominciava a succhiargli i cazzi mezzi duri questi erano già così arrapati che venivano nel giro di un minuto o due; il più impegnativo era Alemanni, che aveva mantenuto un minimo di virilità in più degli altri e che riusciva a farsi fare un pompino quasi degno di questo nome. Per contro, cominciarono ad offrirsi di aiutare Dalia quando ne nasceva la ...