1. Dalia - cap. 14: nel vortice della depravazione


    Data: 20/08/2019, Categorie: Tradimenti Autore: DonEladio

    ... era sgravata dalla responsabilità di madre, si trasformava e diventava una zoccola disposta a tutto, sempre pronta a soddisfare le proprie voglie e quelle di chiunque ne volesse approfittare, senza il minimo freno o pudore: una mattina si svegliò con una fregola inarrestabile tra le gambe, che non venne di certo soddisfatta dai tre vecchietti con le loro mani ossute; la toccarono, la leccarono, ma quel giorno mia moglie aveva il fuoco dentro e aveva bisogno di cazzo, non di palliativi: cercò di farsi scopare dal sig. Alemanni (mai erano andati oltre i pompini) e riuscì a farglielo venire duro a sufficienza da impalarcisi sopra, ma non fece in tempo nemmeno a scaldarsi che quello le venne dentro in pochi secondi non ottenendo altro che amplificare la sua frustrazione. Fu in quel preciso istante che suonarono al campanello e Dalia la sera mi confessò che il primo pensiero fu “Chiunque sia me lo scopo sulla porta”; andò ad aprire nuda, con lo sperma dei sigg. Gatti e Santoni sulle tette e quello del sig. Alemanni che le colava tra le cosce e ci mise un secondo prima di afferrare per la cravatta il rappresentante del Folletto, trascinarlo in casa e scaraventarlo sul divano; tra gli sguardi increduli del rappresentante (un ragazzo belloccio dal fisico prestante) e quello dei tre anziani, gli sbottonò velocemente la patta ed estrasse un arnese di dimensioni considerevoli, se lo infilò avidamente in bocca e lo succhiò con gusto giusto il tempo di farlo diventare duro come il marmo, ...
    ... poi gli salì in groppa, se lo infilò nella fica ormai grondante e cominciò a montarlo come un’ossessa; quando il rappresentante cominciò a lasciarsi un po’ andare rendendosi finalmente conto di cosa gli stava succedendo, Dalia lo incitò a maltrattarla e a metterle le dita nel culo mentre se la fotteva, poi, non doma, chiamò a gran voce i tre vecchi che assistevano increduli alla scena, ordinando loro di scoparle la bocca. Il rappresentante si lasciò montare per dieci minuti con tre dita ben piantate nel culo mentre alternava il suo sguardo da quelle meravigliose tettone impiastricciate di sborra che gli dondolavano davanti agli occhi a quei tre cazzi raggrinziti e mezzi mosci che a turno scomparivano tra le labbra di lei, poi di colpo si alzò, le diede una decina di colpi decisi in piedi e la scaraventò sul divano, poi la mise a pecorina e, non prima di averle allargato per bene le chiappe e osservato con ammirazione il buco del culo già dilatato, se la inculò per altri dieci minuti mentre lei continuava a spompinare gli altri. Quando finalmente mia moglie raggiunse il tanto agognato orgasmo, il venditore si sfilò dal suo retto e le sborrò profondamente in gola, facendole ingoiare tutto fino all’ultima goccia; Dalia si lasciò cadere di spalle sul divano a occhi chusi, tremante, poi cominciò a toccarsi delicatamente tra le gambe per prolungare il piacere il più possibile, dimenticandosi di tutto il resto: non si rese conto di quanto tempo era trascorso prima di tornare in sé ...
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