1. Crescere a rimini - i 18 anni di alice


    Data: 21/08/2019, Categorie: Etero Autore: mikirn82, Fonte: Annunci69

    Ho sempre considerato una fortuna essere nato a Rimini. Vi propongo, quindi, il primo di una serie di racconti ambientati nella città che amo di più al mondo.
    
    Nel 2000 la stagione estiva riminese andava ancora abbastanza bene. Volare costava molto, il turismo dalla parte opposta dell’Adriatico pativa il freno della guerra finita da poco, il turismo nel Sud Italia si doveva ancora risvegliare.
    
    Avevo 18 anni, e in quella estate frequentavo spesso il Blow Up. Durante l'inverno avevo stretto amicizia con Fabio, il nipote del proprietario. Andavamo nel locale dello zio almeno 4 volte a settimana, ad agosto tutte le sere.
    
    Il Blow Up era una piccola discoteca di Bellariva, frazioncina a sud di Marina Centro, la zona centrale dell'estate riminese. L'ingresso era sul marciapiede del viale parallelo al lungomare, viale Regina Margherita. Un piccolo tunnel, illuminato da una serie di neon blu, conduceva dal rumoroso viale fino alla cassa. Da lì una scala portava al piano inferiore; al centro si trovava la pista, con la consolle da un lato e il bar dall'altro. Entrare ad inizio serata, con il locale ancora chiuso al pubblico, aveva un sapore particolare; le teste mobili della pista tutte spente, il dj intento a sistemare i dischi nel giusto ordine, i baristi a scambiarsi battute con i buttafuori.
    
    Quando riuscivamo ad arrivare presto, mi sedevo su uno dei divanetti posti al lato della pista, e con una sigaretta in bocca osservavo rapito la calma prima della tempesta.
    
    La ...
    ... sera del 29 giugno parcheggiai il mio Scarabeo verde davanti al cancello di Fabio, poi come di consuetudine salii in camera sua per la cannetta del pre serata. Suo fratello gli aveva passato una bella cimetta di Orange Bud.
    
    Era effettivamente arancione.
    
    Ancora un po' storditi, e con due occhi rossi come arance siciliane, ci dirigemmo verso il Blow Up.
    
    Solitamente facevamo tappa al Talk Of The Town, un pub spesso pieno di figa a Marebello, la località dopo Bellariva, verso Riccione. Ma la settimana a cavallo tra giugno e luglio è sempre la più scarica, e quell'estate non faceva eccezione. Quindi decidemmo di andare a goderci i preparativi in disco.
    
    Viale Regina Margherita era più silente del solito.
    
    Me ne stavo seduto con Fabio alla sinistra della consolle quando le teste mobili iniziarono a girare, era il segnale di inizio serata. Le note di ‘Child’ (Robert Miles) uscivano dalle casse a volume sparato, un paio di ragazze fecero capolino in pista. In serate come quella il tempismo è tutto; guardai Fabio, un secondo dopo eravamo in pista.
    
    Appoggiati alla consolle guardavamo le due ragazze, che nel frattempo avevano preso confidenza con l'ambiente. Qualcuno continuava ad entrare, ma per fortuna la prima preoccupazione dei discotecari è sempre il bar. Questo, oltre al vantaggio di aver preso da bere a locale ancora chiuso, ci dava il tempo di osservare a fondo le fanciulle. Bastò un cenno con gli occhi per capire che i nostri gusti non si intrecciavano, il mio ...
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