1. Villaggio di houer capitolo 8


    Data: 24/08/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: prossi, Fonte: Annunci69

    ... in una trappola. E ciò a causa della mia fottuta gelosia.
    
    “Jo, davvero non mi hai mai tradito?”
    
    “Vaffanculo, no!” urlò arrabbiato.
    
    Bella figura che avevo fatto e stavo rischiando che davvero mi mandasse a quel paese, che mi lasciasse. Dovevo rimediare sperando di non peggiorare le cose.
    
    “Josh! – gli dissi con le lacrime che cominciavano a scorrere sul viso e lui che mi guardava con la serietà ereditata dal signor padre – Non sono una zoccola, non ti ho mai tradito. Scusami se ho dubitato di te, se l’ho fatto è perché ti amo tanto e in tutto questo tempo non ho fatto altro che pensare a te, te lo giuro.”
    
    Josh annuii stringendo le labbra a mo’ di comprensione.
    
    “Lo so che non mi hai tradito. Gustav me l’avrebbe detto, non ha peli sulla lingua, lui e se ne sarebbe vantato con me. Mark, basta con la gelosia – mi ordinò quasi – A Berlino, le motivazioni per essere gelosi si moltiplicheranno per mille e più. Non potrei sopportare anche solo i tuoi dubbi, mi sentirei oppresso, mi mancherebbe l’aria ed io voglio essere libero. Promettimi che ti tratterrai.”
    
    “Tu promettimi che sarai fedele.”
    
    “Lo sarò… Brutta zoccola.”
    
    “Giura.”
    
    “Lo giuro e, adesso, voglio incularti a sangue, stai sprecando tutto il tempo che abbiamo a disposizione in cazzate.”
    
    Gli sorrisi felice, mi aveva convinto, ma non mi andava di farmi inculare a sangue, anche se sarebbe stata la giusta punizione per la cazzata che avevo fatta, ma lui non volle sentire ragioni e mi disse:
    
    “Dai, ...
    ... zoccola, giarti!”
    
    “Non chiamarmi zoccola.”
    
    “Ti chiamerò zoccola tutta la giornata, te lo sei meritato e, adesso togliti pantaloni e mutande e mostrami il tuo bel culo altrimenti me ne vado e ti lascio qui.”
    
    “Lo faresti?”
    
    “Forse no, forse si. Sbrigati!”
    
    L’avevo combinata grossa e mi sopravvenne il rimorso per quello che avevo detto, per la mia malafede e la paura che potesse davvero andare via che obbedii, pentito e rammaricato.
    
    Mi sbottonai i pantaloni, abbassai le mutandine e mi misi a pancia in giù sul letto. Lui si posizionò sopra di me e senza tante moine mi puntò il cazzo sul buco.
    
    “Adesso spingo, ok!”
    
    Annuii e poi risposi con rassegnazione: “Ok, è giusto così, mi sono comportato da bambino!”
    
    Mi sentii prendere la testa per i capelli e tirarmela all’indietro, poi le sue mani che mi rivoltavano con le spalle sul materasso, lui che mi guardava sorridente e mi diceva: “È così che abbiamo sognato il nostro ritornare assieme?”
    
    “Scossi la testa.”
    
    “Allora amiamoci come abbiamo sempre fatto.”
    
    Annui, e nel farlo lui poggiò le sue labbra sulle mie ritrovando d’incanto l’antica forza misteriosa che ci teneva uniti.
    
    “Ti amo, Mark, sei bellissimo, ho tanta voglia di te che credo verrò in fretta.”
    
    “Non ti preoccupare, Jo – gli dissi felice che avesse riacquistato la delicatezza di un tempo - Se capita lo rifacciamo.”
    
    La dolcezza ritrovata dei nostri gesti mi diede sicurezza, gioia e leggerezza. Nel rivedere Jo avevo fino allora provato un ...