1. Villaggio di houer capitolo 8


    Data: 24/08/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: prossi, Fonte: Annunci69

    ... inaspettato senso di estraneità, come se quello non fosse più il mio Jo, ma un altro, un altro fratello bellissimo e dolcissimo di cui mi sarei innamorato certamente, ma non lo stesso di prima. Invece era sempre lui, cambiato un po’, tanto, ma lui.
    
    Ci spogliammo l’un l’altro con desiderio, ma dolcezza e lasciammo l’uno all’altro salutare con baci e carezze ogni lembo dei nostri corpi. Bentornati occhi spiritati, bentornato viso delizioso, bentornato collo lungo e bianco e bentornate spalle da uomo, bentornato sedere, un bacio per la tua forma conturbante, un altro alla tua pelle morbida.
    
    “Mark, sono eccitatissimo.”
    
    “Jo, vienimi sopra, voglio averti dentro.”
    
    “Spero di farcela.”
    
    Mi disposi bocconi sul materasso e lui sopra di me. Mi sentii accarezzare delicatamente i glutei con le dita delle sue mani.
    
    “E questi?”
    
    Girai la testa e nel vederlo esaminarmi la pelle dei glutei capii cosa intendeva.
    
    “Me le ha date la settimana scorsa, - poi come a volerle giustificare – Sono stato alla fossa. Adesso mi tuffo senza indugi, non sono più pauroso come un coniglio. Ci sono andato tutte le volte che ha fatto una bella giornata di sole, a rinverdire il ricordo di te. Tutte le volte ho fatto tardi e lui me le ha date.”
    
    Josh mi accarezzò i capelli ed il viso.
    
    “Perché facevi tardi?”
    
    “Era necessario che tutto si compisse come quella volta.”
    
    “Io, però, non ero con te.”
    
    “Fisicamente no, ma io ti vedevo accanto a me lo stesso.”
    
    “Devi avere sofferto ...
    ... anche tu tanto.”
    
    “Adesso non pensiamoci più, vienimi dentro.”
    
    Come fu bello ascoltare il suo respiro carico di passione, la pelle della sua cappella accarezzarmi la fossetta del buco, sentire il suo bel cazzo duro entrarmi dentro, ritornare a casa. Strinsi forte l’ano, così forte che lui emanò un:
    
    “Ahi, perché stringi così?”
    
    “Voglio tenerti stretto, voglio che non vai più via.”
    
    Si sdraiò su di me, mi baciò un orecchio e poi sussurrò:
    
    “Non succederà mai più, amore.”
    
    Girai appena il viso per potergli guardare gli occhi e dirgli:
    
    “Quando entri dentro me è come se entrassi nella mia anima.”
    
    Lui mi guardò teneramente, poi sorrise e replicò:
    
    “Non sapevo che avessi l’anima nel culo.”
    
    “Scemo!” gli risposi indispettito.
    
    “Se tu hai l’anima nel culo, io ce l’ho nel cazzo e adesso siamo una sola anima.”
    
    Riflettendoci, mi avvidi che la sua era stata una battuta sagace, perfetta. Questa suo senso del comico mi era nuovo, ormai non mi stupivo di nulla che riguardasse Jo e gli chiesi: “Dove hai imparato tanta ironia?”
    
    “Dove se non nella fantastica Berlino, nei teatri di cabaret.”
    
    “Cabaret?”
    
    “Si, sono spettacoli umoristici, comici. Ti ci porterò. Sono tante le cose che faremo insieme, non vedo l’ora.”
    
    Pensai alla battuta e mi misi a ridere.
    
    “Perché ridi?”
    
    “È stata spiritosa.”
    
    “Cosa?”
    
    “La battuta sull’anima nel culo e nel cazzo.”
    
    “Sono felice che hai colto il senso comico, vuol dire che non faticherai ad imparare a farle pure ...