1. La bibliotecaria e il soldato


    Data: 28/08/2019, Categorie: pulp, Autore: Tibet

    ... presa per stanchezza. Minacciata di licenziamento. Lui vuole il suo corpo e lei subisce. Odia sentire il grosso uomo pesante su di se. Odia i suoi grugniti quando la prende con violenza. Le fa male, gode nel farle male. Ma quale è il lato oscuro che la tortura? Lei subisce questo, anche gli insulti e le minacce continue ma… ma c’è un aspetto di tenebra in questo, perché le piace? Essere torturata, seviziata a volte, perché deve godere mentalmente della crudeltà? Vero che non ha mai goduto con lui del coito in se, che simula il proprio orgasmo. Ma mentalmente è un altro discorso, perché prova piacere. Dopo che lui frettolosamente si alza e si riveste per tornare a casa, si trova bagnata di lui, anche nauseata ma stranamente agitata. E allora cerca da sola il piacere. Il tarlo che ha nel cervello vuole soddisfazione e le mani accarezzano il grosso seno, stimolano e strizzano i capezzoli per poi scendere fra le cosce. Si masturba ma alla fine del gioco è comunque insoddisfatta. Il contatto con l’uomo che odia le ricorda i rapporti avuti con l’uomo che amava. Va a baciare il bambino che dorme nella sua stanzetta e poi rimane sveglia a lungo ricordando il suo uomo che non c’è più. La ferita è dolorosa, una piaga che non vuole rimarginarsi all’avambraccio e parte della mano destra. Ogni tre giorni si reca per la medicazione all’infermeria dell’ospedale militare. Le componenti dell’aggressore chimico che l’hanno colpito sono ancora ignote nonostante i continui esami eseguiti dopo ...
    ... i prelievi di cute, le cure sono difficili, gli apprendisti stregoni che si definiscono medici si mettono il loro bel camice bianco, lo visitano e provano sempre nuovi farmaci senza un gran successo. Degli incapaci, li ha etichettati fin dall’inizio. Macellai. Segaossa. Neppure un clistere come si deve saprebbero fare. Per intanto deve imbottirsi di antidolorifici. Ha preso alloggio fuori dalla grande base militare, deve fruire di una lunga licenza per malattia e non vuole essere soggetto a nessuna disciplina né a controlli. Ha scelto un piccolo hotel economico, una stanza anonima con mobili consunti dal tempo, il materasso sfinito dalle innumerevoli scopate che ha ospitato, ma sempre meglio di un’asettica camera dell’ospedale si dice convinto. Parte del tempo lo passa disteso sul letto, occhi al soffitto, la mano sana sotto la testa, l’altra distesa e ascolta vecchia musica, adora Jimi Hendrix. Quando sente battere la mano anticipa il dolore perché sa che diventerà presto lancinante e prende dosi di antidolorifico sempre più consistenti e sempre più ravvicinate, le rafforza se il male diventa insopportabile con una dose di katamina, si annulla. Cosa gli manca? Quale il tarlo che gli sta mangiando il cervello? Gli manca la vita di prima. L'azione. Il rischio. La caccia, l'uccidere. Cosa potrebbe mai sostituire questo? Mai nulla. Ricorda. La sua mente torna in posti vissuti, torna a vivere le emozioni, i brividi, il piacere quasi sessuale di uccidere. E la soddisfazione di un ...