Il girasole con le spine - la trappola
Data: 29/08/2019,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: DemoneDelSilenzio
... fissarsi le punte dei piedi nudi. Senza troppa fatica lui la sollevò e la adagiò per terra, la pancia rivolta verso il basso e solleticata dagli steli bagnati. Afferrò quindi le gambe ancora libere e le legò saldamente le caviglie, piegandole all'indietro ed avvicinandole il più possibile ai polsi. Il cuore di Dana iniziò a battere veloce quando l'ultimo nodo la immobilizzò definitivamente. Cosa aveva intenzione di farle? Sicuramente non l'avrebbe lasciata lì a farsi sbranare dai Senza-morte, perché dove avrebbe trovato un'altra schiava? Nonostante la maltrattasse, la umiliasse e la facesse sentire più inferiore del cane, Dana sapeva inconsciamente che lui teneva a lei molto più di quanto non desse a vedere. Ogni tanto lo sorprendeva ad osservarla. Si sentiva rimirata come fosse un oggetto di valore sotto ad una teca. Sbirciava il suo sguardo accarezzarle il corpo, solitamente nudo, spaziando sulla sua pelle liscia, i seni sodi e ben arrotondati e sulle sue cosce toniche. Dana era sempre stata una bella ragazza, ma nonostante questo non le era mai piaciuto essere guardata dagli uomini. Si sentiva violata nell'intimità, quasi come se i loro sguardi la toccassero e la palpeggiassero. Ma da quando viveva con lui e si era sottomessa, forse per necessità, questo suo fare schivo era stato accantonato in un angolo remoto della sua personalità. Ora provava una strana sensazione quando i suoi occhi si posavano su di lei: sentiva che finché lui la rimirava e la desiderava, lei sarebbe ...
... stata al sicuro, sarebbe stata nutrita e scaldata. Il fatto di concedergli il pieno controllo sul suo corpo in cambio del benessere, le procurava una primitiva e profonda eccitazione. Questo delicato apprezzamento si infrangeva però quando lui la prendeva con selvaggia violenza. Più di una volta l'aveva lasciata in lacrime per terra, le parti intime doloranti per la penetrazione intensa e la schiena e le gambe in fiamme per le sferzate della sua cintura. Sapeva bene di essere la sua Schiava, il suo giocattolo per sfogare le sue pulsioni sessuali. Ma nonostante questo la necessità di protezione aveva plasmato il suo odio per la nuova condizione in indifferente rassegnazione, che infine si era trasformata in una sorta di piacere. La riflessione svanì come la nebbiolina attorno a loro quando il sole spuntò da dietro una montagna, illuminandoli. La sollevò e la issò su un ramo robusto che spuntava a qualche metro dal suolo. Tirò la corda finché non fu abbastanza in alto da non poter essere che sfiorata dalle dita di un braccio proteso. Assicurò la corda con un nodo doppio e osservò la sua opera con fare compiaciuto, le mani sui fianchi. "Sembri un grosso salame, lo sai?" la schernì lui. Lei abbassò lo sguardo umiliata e non disse nulla. Lui le indicò col braccio un punto in lontananza. "Guarda il paese, le vedi quelle figure che si aggirano fra le costruzioni? Ecco, le attireremo qui per toglierle di mezzo, così potremo esplorarlo alla ricerca di cibo e qualche oggetto utile. Tu ...