Un paziente delle dottoressa Angela - Finale di Champion's; i piedi della moglie del mio migliore amico
Data: 02/09/2019,
Categorie:
Feticismo
Autore: Angela Kavinsky, Fonte: EroticiRacconti
... Antonio? Se si fosse girato e l’avesse vista? Anna si era coricata sul divano, con lo sguardo sempre rivolto al televisore, come se nulla fosse. Io invece ero nel panico più totale. Voleva semplicemente distendere le gambe, o si aspettava che le facessi un massaggio? Dopo tutto mi pareva fosse quello che si sarebbe aspettata da suo marito. Cercando di restare calmo, appoggiai una mano sui suoi piedi. Erano freddi ma anche morbidi. La tv li illuminava di un colore azzurro. Iniziai dolcemente ad accarezzarli, come se nulla fosse, poi con più convinzione, fin quando mi convinsi a prendere il destro far le mani, e a fare pressione con il mio pollice sulla sua pianta. Pensai: “e che cavolo! È appena tornata dal lavoro, chissà quanto le fanno male i piedi!”. Notai che, nonostante avesse dovuto tenere addosso per 8 ore le scarpe anti-infortunistiche (Anna lavorava in fabbrica), di quelle che ti spaccano i piedi, i suoi sembrano per nulla stressati, o sciupati, ma freschi come una rosa. Piedi così avrei potuto massaggiarli ore ed ore, senza mai stancarmi. Mi voltai verso di lei, e rimasi di stucco quando notai che lei aveva fatto la stessa cosa. Mi guardava e sorrideva. Era pazzesco. Le sorrisi, e lei si voltò verso la tv, sempre con il sorrisetto beffardo sulle labbra. Mentre le massaggiavo il piede destro, lei strusciava il sinistro sulle mie cosce, facendomi perdere completamente interesse verso la partita che aspettavo da una vita. Antonio borbottava cose tipo: “Ma l’arbitro ...
... cosa è lì a fare?”. “Certo che Sneijder è troppo forte, è da pallone d’oro!”. “Ma cosa avevano in mente quelli del Barcellona quando hanno venduto Eto’o?”. Io facevo delle risatine, per fargli capire che approvavo quello che diceva, mentre la moglie si sdraiava sempre più sul divano, mettendosi in posizione quasi orizzontale. Le mie mani erano passate dal suo piede destro al suo polpaccio sodo (la ragazza aveva giocato a tennis per un breve periodo qualche anno prima) mentre ora il piede sinistro spingeva sulla mia coscia con forza, per aiutarla a trovare la posizione più comoda. Mentre con entrambe le mani le massaggiavo la gamba, il suo piedino si alzò e iniziò a toccare la mia guancia. Lo baciai, d’istinto, e la cosa la fece sorridere. Il sottile rumore dei miei baci era fortunatamente coperto dai cori da stadio e dal volume decisamente troppo alto della tv. Il suo piede era morbido, bellissimo, leggermente profumato ma non sudato, nonostante fino a pochi minuti prima calzasse pantofole di pelo (e prima ancora quegli scarponi). Sembrava di velluto. Ora le dita del suo piede sinistro erano piantate non più sulla mia coscia, ma proprio sul mio pene. Me lo stava stritolando, ma la cosa non mi dispiaceva. Proprio mentre il suo alluce perfettamente ovale lisciava la mia lingua, notai che si era infilata la mano nei pantaloni. Aveva la bocca aperta e mi fissava, poi sorrise. Se solo Antonio non fosse stato presente! Lui e quella dannata partita di calcio, di cui ormai non mi ...