1. Un paziente delle dottoressa Angela - Finale di Champion's; i piedi della moglie del mio migliore amico


    Data: 02/09/2019, Categorie: Feticismo Autore: Angela Kavinsky, Fonte: EroticiRacconti

    ... piedi?” “Non posso farci niente…” furono le uniche cose sensate che uscirono dalla mia bocca. “Ma guarda che mi è piaciuto! Ad Antonio dei miei piedi non gliene frega un cazzo, ma a me piace quando me li toccano, me li massaggiano, me li baciano… Prima di Antonio avevo un fidanzato che… Va beh…” La sua storia sarebbe stata un po’ troppo lunga da raccontare, quindi si fermò. Immagino che prima di Antonio avesse un fidanzato feticista dei piedi. Chissà perché quell’idiota se l’era lasciata scappare! Mi abbassò la zip dei jeans e mi abbassò i pantaloni, poi fece uscire il mio pene eretto, duro come l’acciaio, dalle mutande. Lo brancò con la mano destra. “Senti, io amo Antonio; questo tu lo sai!”. Annuii; ero stato il testimone di nozze! “Non c’è nulla di male in quello che sto facendo. Tu sei un amico, lui si fida di te. Ci divertiamo e basta, che male c’è?”. Mi venne da ridere. Il suo essere così libertina non poteva essergli additato come una colpa; di certo dubito che Antonio ne sarebbe stato felice, specialmente dopo una giustificazione del genere: “Che male c’è?”. “Ascoltami, so che probabilmente preferiresti che ti facessi una sega coi piedi, ma non mi pare il caso! Innanzitutto perché ti sporcheresti i pantaloni (e non solo) e la cosa sarebbe imbarazzante! Non voglio la tua sborra sul pavimento”. Aveva perfettamente ragione. “Conosco un modo veloce e rapido per ringraziarti del tuo massaggio ai miei piedi!”. In un istante, inghiottì tutto il mio lungo cazzo, fin su per la ...
    ... gola, e iniziò a succhiare con una tale foga che sentii aria fredda sulla cappella, come se il mio cazzo fosse finito in mezzo ad un tornado. Con il mio pisello in gola, alzò lo sguardo e mi fissò. Non era una sega coi piedi ma non era certamente una cattiva soluzione! Mentre se ne stava al mio fianco con la testa appoggiata in mezzo alle mie gambe, notai che dietro il suo bel culetto si alzavano due meravigliosi piedi, che arricciavano le dita dalla contentezza. Quella visione fu la ciliegina sulla torta e di colpo, sentii il mio cazzo svuotarsi, come una bottiglia di champagne aperta con largo anticipo, ben prima che l’Inter alzasse al cielo la coppa. Fece una strana smorfia, e capii che lo sperma le era andato di traverso. Ciò nonostante, tirò fuori il mio pisello dalla sua bocca con estrema calma, inghiottì, tossì, e con la maglietta si asciugò la bocca coperta di saliva. Poi mi sorrise. Facile, veloce e pulito. Nessuna prova, nessuna traccia. Sentimmo il rumore della serratura del bagno, e ci spaventammo. Lei mi diede una leggera sberla sul pisello, ancora piuttosto voluminoso, per dirmi di nasconderlo nelle mutande. In un batter di ciglio mi alzai sia le mutande che i pantaloni, e l’unica cosa da fare ora era cercare di mascherare il fiatone per la performance precedente. Presi la birra e ne bevvi quasi metà bottiglia. Lei fece lo stesso con la bottiglia di Antonio. “Hey hey! Mi bevi la birra?” “se proprio devo rimanere qui a vedere questa stupida partita!” “Te ne puoi ...