La Coinquilina cap. 6
Data: 09/09/2019,
Categorie:
Etero
Autore: Saretta
... davanti allo specchio decise che non avrebbe usato il rasoio. Si guardò in mutande, prima di lavarsi. “ Devo andare a correre, questa pancetta va buttata giù” pensò fra se mentre si ricordò che avrebbe dovuto contattare Michela, la ragazza conosciuta in chat la sera prima. Non che fosse così importante essere in forma strepitosa per una tizia con la quale avrebbe sicuramente fatto solo sesso, ma gli piaceva fare buona impressione. A differenza di molti suoi colleghi informatici, Gustavo non si era mai lasciato andare. Fin da ragazzo aveva sempre avuto un discreto successo con le ragazze e ne andava orgoglioso. Il suo fisico robusto e tonico distribuito sui suoi 185 centimetri aveva sempre attirato lo sguardo delle donne giovani e meno giovani. I suoi occhi nero pece, intravidero allo specchio dei capelli bianchi all’attaccatura della fronte. Non se ne preoccupò, anzi, gli davano un tocco di fascino maturo che avrebbe completato con i suoi occhiali con montatura nera. Gustavo si piaceva, era abbastanza sicuro di se stesso. E proprio da questa sicurezza scaturivano i suoi momenti di calma piatta sentimentale. Poteva prenderseli come e quando voleva. Sapeva che si sarebbero interrotti facilmente appena si fosse interessato di nuovo al genere femminile. Inspiegabilmente però, da un paio di settimane, si sentiva esattamente come i suoi colleghi: insicuro e goffo. La presenza di Sara gli stava facendo provare un sentimento violento e contraddittorio. Non la voleva ma lo attraeva ...
... come una calamita. Le stava provando tutte per staccarsi da quel desiderio torbido e che, secondo lui, non lo avrebbe portato a nulla di buono. Le sue relazioni con le donne erano sempre state standard, classiche e voleva che così rimanessero. Che fossero storielle di sesso o fidanzamenti anche lunghi, Gustavo aveva sempre avuto il pieno controllo della situazione. Non c’erano mai stati grossi colpi di scena, nessuna lo aveva destabilizzato. Non sarebbe stata Sara a farlo. Non lei. La schiuma bianca del sapone si mischiò con la sua pelle scura. Ma fu trascinata via dall’acqua calda della doccia. Nella pausa pranzo Gustavo scrisse a Michela. Ci fu uno scambio piuttosto asettico e rimasero d’accordo sul sentirsi la sera stessa dopo cena. Appena entrato in casa, guardò l’attaccapanni nel corridoio. Vide il cappotto di Sara. Era rientrata. “Sarettaaaaaaaa! Ciao, sono a casa!! Ti va di ordinare una pizza dopo?” Sara uscì da camera sua con in mano dei capi di abbigliamento. Aveva addosso una gonna-salopette di jeans e sotto una maglietta, di quelle con le maniche tagliate sulle spalle e totalmente aperte ai lati, sotto le ascelle. “Sì certo, ascolta sto preparando un trolley” “Perché, dove vai?” “La mia collega Valeria….Va in ferie per 10 giorni e non sa a chi lasciare il cane. Mi ha chiesto di tenerglielo ma io non volevo portarlo qui. Non so se ti piacciono gli animali ma soprattutto potrebbe sentirsi disorientato in un altro ambiente e fare casino. Così mi sono offerta di stare da ...