1. La baronessa zelda - capitolo 2


    Data: 22/09/2019, Categorie: Etero Autore: Koss99, Fonte: Annunci69

    Quella mattina due guardie vennero a prenderla, d’estate indossavano pantaloni di fustagno, una casacca di panno verde ed un cappello floscio, ai piedi portavano stivali alti fino a metà coscia. Le guardie erano sempre armate di spada che tenevano nel fodero che pendeva dalla cintura, quando poi facevano la guardia erano dotati anche di lancia, c’era infine un corpo scelto di arcieri. La fecero salire sul carretto con loro e si diressero verso la fattoria. Il carretto era trainato da due giovani e robusti schiavi. La mancanza di cavalli e di buoi aveva costretto quella comunità ad utilizzare gli schiavi più forti come animali da traino. Tutti i nobili avevano una scuderia di puledri, a cui ora, pensava Ardea, si aggiungeranno presto delle puledre, così come le guardie e le altre istituzioni burocratiche, persino alcuni artigiani avevano uno o più puledri che utilizzavano per lavoro e per diletto. In tutta la valle c’erano almeno un centinaio di schiavi puledri. Gli schiavi adibiti a questo scopo facevano solo quello, era una vita faticosa, ma mangiavano meglio degli altri e le stalle in cui alloggiavano erano più confortevoli e pulite delle case comuni dei contadini.
    
    Quando la comunità era arrivata nella valle per un certo tempo aveva cercato di entrare in possesso di buoi e cavalli, ma le prime spedizioni al di fuori della valle, di fronte all’impossibilità di trovare un varco tra le montagne si arresero e ritornarono indietro, l’ultima non ritornò mai e non si seppe ...
    ... neanche il perché, qualcuno pensò che fossero riusciti a trovare una via d’uscita dalle montagne, ma che furono incapaci di ritrovare la via del ritorno. Dopo quel tentativo non ne furono fatti altri. I due puledri allo schioccare della frusta si avviarono al trotto verso l’uscita del villaggio. Era estate e, sebbene fosse mattina presto e lassù tra le montagne non facesse mai molto caldo, appena iniziarono a galoppare nella campagna i due schiavi cominciarono a sudare, la guardia che li guidava li incoraggiava con qualche epiteto e con qualche leggera frustata. Erano due giovani biondi e tracagnotti, Ardea non faceva caso a loro, erano schiavi e quello era il loro destino.
    
    Giunti al cancello della fattoria, entrarono nel grande parco e dopo aver percorso un lungo viale alberato e superato diverse palazzine giunsero al palazzo principale, lì si fermarono ed infine la guardia l’accompagnò al portone. Una serva venne ad aprire. Era una donna matura, ma ancora avvenente, scura di pelle, aveva i capelli neri e corvini che portava raccolti a coda di cavallo. Era una schiava dagli occhi scuri e cerchiati, ma aveva ancora un corpo sodo e piacente, si chiamava Nara. Indossava un vestito leggero, era pesantemente truccata, le unghie lunghe e dipinte di un rosso vivo. Ardea aveva visto raramente schiave truccate a quel modo, quella era una prerogativa delle più belle e giovani nobildonne. Nell’accomiatarsi la guardia diede una pacca sul culo di Ardea e le disse: - vedrai, qui ti ...
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