1. La baronessa zelda - capitolo 2


    Data: 22/09/2019, Categorie: Etero Autore: Koss99

    ... sverginare. La sovrintendente la tastò tra le gambe e sul seno. Ardea arrossì ed abbassò gli occhi, ma non protestò. La sovrintendente l’accarezzò sulla vulva mentre con l’altra mano le titillava i capezzoli. Mai una donna l’aveva toccata così e Ardea si sentì morire dalla vergogna, s’irrigidì e si morse le labbra per non protestare, mentre l’altra continuava a tastarla senza curarsi di lei. Poi le fece aprire la bocca e mentre una mano di Astra continuava a sollecitarla in basso l’altra la sondò nelle cavità orali, tutti quei titillamenti ottennero lo scopo di farle venire la pelle d’oca. Soddisfatta Astra l’abbandonò e sorrise. – Preferivi farti visitare da un uomo. –
    
    Questa volta la schiava dovette rispondere. – No signora. Grazie per la visita. -
    
    – Sei calda ed appetitosa, sarai la gioia dei miei stalloni. Indossa quella vestaglia, sarà la tua divisa per tutto il tempo che passerai da noi. -
    
    Le schiave indossavano tutte una leggera e trasparente vestaglia come quella di Ardea, dietro di lei c’era Rona, ciò le diede un po’ di coraggio, ma non bastò a tranquillizzarla. Condotte dalla sovrintendente arrivarono in una sala del seminterrato dove lungo una parete c’era una staccionata di legno. Nella sala le aspettava Nara la serva della sovrintendente ed il prefetto che assisteva sempre alla prima monta, era un uomo anziano che si eccitava moltissimo, poi ritornava a casa e se era ancora in forze si scopava una giovane schiava. Quell’eccitazione però non gli faceva ...
    ... bene e quindi si limitava ad assistere solo alla prima monta.
    
    Le schiave furono fatte spogliare e ad una ad una accompagnate alla staccionata. Si trattava di una serie di gogne, la schiava infilava la testa in un buco e la serva abbassava l'asta superiore imprigionandola dentro. Poi la schiava veniva invitata ad appoggiare le mani sul palo che correva parallelo al pavimento. Quella era la posizione in cui sarebbero state prese, in quella posizione non potevano vedere chi era che le cavalcava e non potevano essere viste in viso da chi le montava, potevano solo vedere le facce delle sventurate al loro fianco. Ardea era spaventata, Rona era al suo fianco e le diede l’impressione che fosse molto concentrata. Non era il momento in cui parlare, Astra aveva loro imposto di stare zitte da quando erano uscite di camera. Sentirono uno scalpiccio dietro di loro, dovevano essere arrivati gli stalloni, sentirono indumenti che scivolavano per terra e la tensione salire.
    
    La sovrintendente disse: - bene, ora tirate il culo in aria ed allargate le gambe. – Ardea obbedì prontamente, ma dopo qualche istante sentì una scudisciata volare in aria e un fievole lamento, le natiche di una di loro erano state colpite. – Ho detto bene in alto, e gambe larghe - ripeté la sovrintendente. Anche se pensava di aver messo il culo in esposizione Ardea si sforzò e s’inarcò ulteriormente. Rona non si scompose, era già in posizione, il culo in alto, la schiena inarcata, aveva socchiuso gli occhi ed aspettava ...