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Il novizio 2
Data: 23/09/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: honeybear
... desistere nella monta. "Bene così: su e giù fino in fondo... Bravi ragazzi!" Quelle ultime parole furono sufficienti ad eccitarmi definitivamente e ad alleviare ogni mia tensione e dubbio sulla riuscita dell’impresa. Del resto ciò che io e il mio compagno volevamo era ormai ad un passo da noi, vicinissimo. Ci alzammo sempre tenendo in mano ognuno il cazzo dell’altro. Eravamo sopra l’ultimo fallo. Il più grosso. Il frate anziano ci versò nel palmo una massiccia dose di lubrificante con la quale ungemmo prima il buco ormai slabbrato e poi il fungo che stavamo per conficcarci dentro. “Bravi… Così… Lentamente… Lentamente…” La cima stretta insieme alla prima meta del dildo entrarono senza troppe difficoltà. Mi fermai a respirare e a concentrarmi. Sentivo le fragili pieghe dell’ano tendersi man mano che mi abbassavo. Il dolore mi picchiava in testa. Forte. Intenso. L’uccello agognato svettava davanti a me, ipnotico eppure irraggiungibile. “Non ce la faccio… - stavo cedendo – Fa troppo male! Troppo…” una lacrima mi solcò il viso. O forse era solo sudore. Non capivo più nulla. Mi ero completamente dimenticato di Gabriele accanto a me. Sentivo solo la cappella pulsare al pari della mia testa e le viscere spaccarsi. Strinsi le labbra per impedire loro di tremare. Chiusi gli occhi intrisi di lacrime… “Respira… Così, bravo… Non perdere la calma! – mi piantò il suo cazzo davanti al naso. Ne percepii l’odore acre. Riaprii le palpebre. Feci per leccarlo ma si ...
... ritrasse – Non è ancora il momento… Manca poco però! Scendi dolcemente… Lentamente… Così… Bravo ragazzo… Bravo…” “AAAAHHHH…” nell'istante in cui quelle poche parole d’incoraggiamento giungevano alle mie orecchie, percepii il mio culo sfondato in un modo che mai avrei immaginato: i petali tesi del mio fiorellino si sfaldarono fin quasi a strapparsi cedendo all’importante diametro di quello strumento di tortura e piacere al contempo. Finalmente lo avvolgevano come un fodero. Mi mancava il fiato. Credetti di morire… Guardai il mio uccello. Me lo afferrai: era duro da farmi male quanto il culo. Avvicinai la mano alla cappella, ma la mano rude di Fratel Ettore se ne era già impossessata. La massaggiava insieme a quella di Giacomo. “Rilassatevi… Così, da bravi… Siete giunti alla meta, infine! Godetevi la pienezza del momento, il piacere di ciò che vi sta riempiendo così profondamente... - e quel dolore che mi batteva in testa scomparve, travolto dall’ondata di eccitazione che mi pervase. Sul suo viso si disegnò un’espressione beffarda – Ed ora slacciatemi i pantaloni… E preparatevi a succhiare questa minchia che avete così tanto desiderato! Vediamo quanto sarete bravi a soddisfarmi!” In un attimo lo sbottonammo e fu completamente nudo accanto a noi. Attaccammo la sua bestia da ambo i lati. Ai possibili osservatori, saremmo potuti tranquillamente sembrare due cani affamati che si stavano contendendo un succulento osso! “Ooohhh… Ohh… Sì… - le sue mani si posarono ...