Una calda notte di san valentino a cuba
Data: 23/09/2019,
Categorie:
Tradimenti
Autore: Spettro82
Quella che cercavamo era la Cuba dei vecchi juke boxe e delle automobili anni cinquanta dagli improbabili colori pastello.
Eravamo fuggiti dalla nostra prigione dorata a bordo di un vecchio taxi sgangherato, il villaggio ci garantiva tutti i confort e la sicurezza che un turista potesse desiderare ma ci teneva lontano dal fascino di un paese che tra qualche anno sarebbe sparito per sempre inghiottito dalla storia.
Il tassista ci aveva messo in guardia sulla destinazione, il quartiere dove abitava il nostro insegnante di balli caraibici non era uno dei più raccomandabili anche se era a ridosso del mare e pieno di locali i tipici.
Lo sguardo morboso del cubano ormai non abbandonava più le mie cosce da parecchi minuti, l'uomo poteva avere una trentina di anni scarsi, completamente rasato e con un bel viso dai tratti europei, il suo corpo sotto la canotta era impressionante e sarebbe potuto essere quello di un atleta o di un dio afroamericano.
Mio marito Matteo sedeva di fianco a me, con lo sguardo distrattamente perso nelle mille luci del piccolo quartiere.
Lungo la strada si intravedevano falò al fianco dei quali appariscenti puttane tentavano di attirare la sua attenzione con inviti espliciti e lembi discinti della loro pelle abbronzata, ma la puttana più svergognata e vogliosa quella sera era quella seduta al suo fianco.
Mi ero vestita con un sottile abito di raso azzurro, decisamente troppo corto per fare qualunque cosa che non fosse eccitare un ...
... uomo.
Avevo evitato gioielli e accessori costosi, limitandomi a un trucco curato che metteva in risalto i miei occhi verdi ed a indossare un paio di scarpe gioiello che slanciavano generosamente le mie gambe abbronzate.
Sentivo gli occhi dell'uomo sulla pelle e forse anche più in fondo, li sentivo violarmi il corpo e la dignità, mi faceva sentire esattamente come volevo essere quella sera, carne da cazzo, un oggetto del desiderio per la voglia di maschi che possedevano come unico bene la loro virilità.
Dopo l'ennesimo stop ad un semaforo, mi assicurai bene che mi stesse guardando e poi allargai le cosce senza pudore, il vestito sali' sopra l'ombelico facendo luccicare il minuscolo piercing a forma di conchiglia che indossavo.
"Amore smettila di guardare le puttane e guarda tua moglie per favore!"
Lo dissi mentre le minuscole mutandine di pizzo scendevano sulle mie ginocchia, fermandosi a metà polpaccio, in modo che fosse evidente che non me le stessi semplicemente togliendo ma che quello che stavo facendo era un atto di semplice provocazione.
Il cubano mi stava fissando, rimasi con il mio candido fiore biondo esposto ai suoi occhi per tutto il tempo che il semaforo rimase rosso, lo sguardo complice di Matteo voltato dall'altra e gli occhi increduli dell'uomo fissi sul mio sesso.
Mentre facevo risalire le mutande mi resi conto che il mio sesso non era rimasto indifferente a quella provocazione, mi sistemai in modo lascivo, mentre la mano di Matteo mi si era infilata ...