Il Fuoco di Mezzanotte
Data: 23/09/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Simone Turner
... loro, perché non avevo nessuna voglia di rispondere alle inevitabili domande. «La natura chiama,» dissi a voce alta, sperando che nessuno volesse unirsi a me. A parte il sorriso imbarazzato di alcune ragazze e i cenni distratti di alcuni ragazzi nessuno si fece avanti. Bene. Potei allontanarmi indisturbato, senza destare sospetti. Notai che Sara mi seguiva con lo sguardo, ma quando incrociai i suoi occhi mi sorrise. La ricambiai, probabilmente mi ero immaginato tutto. Iniziai a gironzolare per lo sterrato, in cerca di qualcuno che avesse l’aria di essere un fumatore. Senza rendermene conto mi diressi verso il braciere, la fonte di luce principale e il punto focale della piazza affollata. Nessuno stava fumando, né tanto meno teneva in mano un accendino. Usare il fuoco nel braciere ovviamente era escluso. Non fosse stato per i bambini accampati la intorno, per lo più addormentati a quell'ora della notte, era probabile, anzi certo, che una delle sacerdotesse a guardia delle fiamme sacre mi avrebbe bruciato vivo o quantomeno tagliato una mano se mi avesse sorpreso a fare una cosa simile. Mi ero ormai rassegnato quando intravidi Stefano, un altro dei miei vecchi compagni di scuola, a pochi metri davanti a me. Parlava con un ragazzo alto, tutta una testa più di me, coi capelli biondo scuro, e gli occhi di un verde intenso che splendevano dei riflessi delle fiamme nella penombra. Il ragazzone sorrise quando mi vide arrivare di soppiatto alle spalle di Stefano per cingergliele con ...
... un braccio senza preavviso. Stefano sobbalzò per la sorpresa e quando si voltò i suoi occhi impiegarono un secondo per mettermi a fuoco. «ALE!» Mi salutò fin troppo contento. Probabilmente aveva ecceduto con la birra, come era suo solito fare già da ragazzi. «Come va, Ste? Tutto a posto?» Gli chiesi io, continuando ad osservare con la coda dell’occhio il ragazzone davanti a noi. «Tutto bene, non mi lamento» Disse dandomi una pacca sulla spalla, davvero forte. «Hai messo su qualche muscolo? Palestra o lavoro pesante?» Chiese scherzoso, poi sembrò ricordarsi di qualcosa. «Oh, a proposito, lui è Marco, lavoriamo insieme da… due anni?» Si chiese Stefano, come se avesse perso il conto. «Piacere, Alessandro,» dissi tendendo la mano. «Ale, per gli amici.» Il ragazzo nuovo mi strinse la mano in una presa ferrea, calorosa. «Marco, piacere,» disse, poi si rivolse a Stefano tenendo ancora stretta la mia mano nella sua. «Quasi tre anni, veramente.» «Oh, giusto.» Stefano diede una pacca sulla spalla anche a lui e ci tenne così per un attimo. Io alla sua sinistra e Marco alla sua destra, una mano poggiata sulla spalla di ognuno mentre noi ci tenevamo per mano. Durò per un secondo, e mi persi nei lineamenti marcati del viso di quel ragazzone. Il naso aquilino, le labbra sottili curvate in un adorabile sorriso sghembo che lasciavano appena scoperti una fila di denti dritti e bianchissimi. Aveva la barba di qualche giorno e dal primo bottone sganciato della camicia si intravedeva la linea ...