Capitò a me
Data: 25/09/2019,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: Bellafiga64
... gentilmente.
Nel mio passaggio di ritorno,accadde un qualcosa che ancora tutt'ora,dopo anni dall'accaduto,non so ben spiegare.
Sia per il caso,sia per il destino,sia per fortuna o chiamatelo come cazzo vi pare,il bicchiere della ragazza con dentro le ultime gocce di cioccolata calda,o ginseng,o quel che era,sfuggì dalla sua presa e mi si rovesciò sulla punta del mio pantalone.
La ragazza allora,tutta allarmata e rossa in faccia,prima guardò il mio pantalone,poi me,e mi disse :
-Scusami tanto,davvero,non l'ho fatto apposta!-
Parlava in tono molto formale,ma veloce,e sorprendentemente sincero.
Da quel punto anche io iniziai ad arrossire,al tal punto che mi accalcai per terra per spolverare il pantalone (si,come se servisse). La verità era che non volevo guardare in faccia quella ragazza.
Esatto,se non si è ancora capito,sono un tipo estremamente timido col fattore donne,ma di questo non voglio parlarne,né qui né altrove.
Comunque, accennai ad un sorriso,sussurrai un qualcosa che neanche ora riesco a ricordare (forse non era neanche italiano,forse non era NEANCHE una lingua,solo un farfuglio) e me ne tornai dietro il bancone.
Dissi al signor Antonio che il mio turno era finito,che dovevo tornare a casa per il compleanno della sorella,e che ci si vedeva il giorno dopo.
Andai nel retrobottega,mi cambiai ,presi il giaccone e tornai alla macchina. E qui,amici miei,inizia la vera storia.
Schiaccia il pulsante del sensore per aprire la macchina,che ...
... con un sonoro CLICK si aprì subito,saltai sopra e inizia a riscaldarla. Poi,accadde tutto velocemente.
La ragazza di prima bussò al mio finestrino;fu una semplice toccata di pugno,due colpi lenti,ma mi spaventai lo stesso da avere un sobbalzo.
Perché quella ragazza mi aveva seguito dal bar?
Abbassai col comando il finestrino,e mi ritrovai la sua faccia quasi accanto alla mia. Lei era alta,tanto da doversi chinare un pochettino per parlare con me davanti il finestrino della mia macchina.
-Ciao! Perdonami,sono da poco arrivata in città- iniziò a dire,lentamente,per poi bloccarsi per qualche secondo.
Forse aspettava una mia reazione,oppure ero io talmente imbranato che dovevo dire qualcosa.
Mi stavo giusto facendo questi calcoli ancestrali così complessi,che la ragazza parlò ancora:
-Mi chiamo Emma,stavo andando a scuola ma mi sa che ho sbagliato strada. Per caso,sai dirmi dove devo andare?-
Era una semplice domanda,una così semplice domanda che bastava dire un si o un no,eppure le mie mani erano gelate sopra al volante,e non solo per il freddo.
Ricordo che in quel momento fui preso da panico. Forse mi girò la testa,o forse mi venni l'emicrania.
Non saprei,ma ad ogni modo le parole uscirono finalmente dalla mia bocca.
-Si certo,guarda la scuola è dall'altra parte del paese. Puoi prendere un pullman,stazionano vicino la fontana al centro- Il bar era ancora sott'occhio,perché mi lasciavano parcheggiare la macchina abbastanza vicino.
La ragazza ...