1. Una donna di pari livello mi tiene testa


    Data: 25/09/2019, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: LucasFromParis

    ... che avvenne l’incontro con colei che avrei più tardi saputo si chiamava Viola (o così voleva farsi chiamare; in questo mondo quasi tutti usano nomi d’arte). Ci togliemmo i vestiti negli spogliatoi. Anche Viola era lì. Di nuovo evitai la volgarità e mi impedii di fissarla mentre, dopo essersi completamente denudata, indossava una vestaglietta nera che esaltava il suo seno e 2 ciabatte con la zeppa. Avevo sempre amato il momento dello spogliatoio. Perché era lì che improvvisamente si passava senza neppure rendersene conto, dall’altra parte dello specchio. Niente spogliatoi divisi. Uomini e donne assieme si toglievano tutto. E si poteva volare con la fantasia, immaginare quei corpi mentre godevano Sapendo che forse li si sarebbe davvero visti. Ci avviammo con T mostrandole il luogo. Elegante, discreto. Grandi vasche invitavano al relax fra le mille bolle dell’idromassaggio, il buffet era ricco e fornito. Io però continuavo a giocare a distanza con Viola. Guardandola senza mai seguirla. Incrociando ancora e ancora il suo sguardo. Dilatando all’infinito il tempo prima di andare da lei. Sarebbe successo e lo sapevamo entrambi. Ma perché affrettarsi? Si distese sola su uno dei lettini. Io la fissavo dall’alto (le vasche si trovavano a un livello più alto del vasto open space).
    
    Quando davvero non ne potei più scesi e mi sedetti al suo fianco. Cosa avevo da perdere? Avevo la certezza che mi avrebbe risposto. Fu così. Lei era una grande osservatrice, ci aveva notati subito (forse mi ...
    ... illusi che avesse notato me). Si domandava cosa facesse lì quel bizzarro trio e mi espose la sua interpretazione. Pensava che io e T fossimo colleghi (dato il mio abbigliamento; in effetti arrivavo dall’ufficio in completo e cravatta). Ma quando le raccontai come stessero davvero le cose il suo sguardo brillò di malizia. “Questo è molto meglio di quanto avessi immaginato”. Mi spiegò a sua volta cosa facesse lì sola. Aveva un complice e ci veniva spesso con lui. Ma quando lo desiderava anche sola. Amava guardare, amava vedere la passione delle coppie. Talvolta partecipava, talvolta no. Non era chiaramente in cerca di una scopata (che avrebbe potuto trovare ovunque). Mi raccontò anche altre cose personali di sé. Io ne ero affascinato come un uccello davanti a un serpente. Non toglievo lo sguardo; non dalla sua fessura che pure era esposta. Neppure dal suo seno sfacciatamente prorompente. Ma dai suoi occhi. Il lampo di perversione che vi aleggiava era irresistibile e contrastava singolarmente con la dolcezza e l’eleganza dei suoi tratti. T e il mio amico uscirono dall’acqua e si avviarono ai piani superiori. Ai piano del peccato. Ai piani della trasgressione. Resistetti ancora una volta all’impulso di chiedere a Viola di seguirci. Sapevo che l’equilibrio era delicato. Una mossa sbagliata, una sola, ed avrei rotto l’incanto. Mi alzai salutandola. Senza averle rivolto un solo invito sessuale che pure il luogo avrebbe reso lecito. In quel luogo i codici sociali non esistevano più. ...
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