1. Una giornata di una storia vera


    Data: 26/09/2019, Categorie: Tradimenti Autore: AltaVelocita

    ... sempre tenuto a fare bella figura con le mie amanti) di una nota catena statunitense. La hall è praticamente deserta (in fondo siamo ormai fuori stagione) con l’eccezione di una vecchia signora, probabilmente inglese, che legge attentamente una copia del “Guardian” e di Tony, naturalmente. E’ in piedi accanto alla reception con un’espressione che potrebbe sembrare addirittura compunta se non fosse per un lievissimo abbozzo di sorriso che addolcisce le labbra carnose, messe in evidenza da un rossetto rosso vivo. Ai piedi ha delle ballerine (per non farmi sfigurare in altezza) e una mise castigata, blusa e pantaloni attillati (ma non strizzati, aborrisco i pantacollant) completamente neri. Sono per carattere understatement e non mi piacciono abbigliamenti pacchiani o provocanti. Sono del parere che la provocazione sessuale, da parte della femmina, debba essere indirizzata soprattutto alla testa dell’uomo, non direttamente alla sua verga, e cogliersi in uno, massimo due particolari senza essere ostentata. In questo caso oltre al colore del rossetto, una finissima catenina d’oro da schiava alla caviglia (mia la regia naturalmente) che penso abbia indossato direttamente qui in albergo, insieme al filo di perle naturali che porta al collo, per evitare domande imbarazzanti da parte del marito. Mi piace fare regali, preziosi (me lo posso permettere) ma non vistosi.
    
    Mi avvicino alla reception praticamente ignorandola e mi rivolgo all’impiegato che è emerso da sotto il bancone ...
    ... dove era probabilmente impegnato ad aggiungere carta alla stampante. Senza voltarmi verso di lei, le passo con discrezione la mano dietro le spalle sfiorandole la blusa ed infilandola senza esitazioni nei suoi pantaloni. Non porta neppure il tanga, come le avevo ordinato, e il mio dito medio scivola facilmente in mezzo alle chiappe facendosi strada verso il buchetto del culo che penetro leggermente. Con la coda dell’occhio vedo che trasalisce mordendosi leggermente le labbra. Bene, tutto bene: ho ristabilito il mio possesso, come il mio labrador quando piscia per delimitare il suo territorio. La manovra, però, non deve essere sfuggita alla vecchiarda che se ne va sbattendo con violenza il quotidiano sul tavolinetto davanti a lei, rischiando di frantumare il piano di cristallo. Credo sia solo invidia.
    
    Intanto ho iniziato a parlare con l’impiegato che si dimostra veramente efficiente non smentendo la gigantografia del suo volto che pende dietro di lui attraversata da una didascalia che lo incorona come migliore impiegato della settimana. Bah, secondo me sono solo americanate.
    
    Sbrigata l’accettazione ci avviamo verso l’ascensore, che è già al piano. Appena le porte si chiudono Tony mi passa il braccio sinistro dietro al collo e mi infila la lingua in bocca mentre la mano destra prende la mia e l’accompagna fin dentro la parte anteriore dei suoi pantaloni. La pressione delle due mani è troppo forte e il bottone, che li chiude in vita, salta. Lei allora molla la presa e il mio ...