Ma che gli stavi facendo a quello? sembrava una pompa!
Data: 29/09/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: FringuellinoCaldo
... glielo baciassi per fare la pace ed a dimostrazione di chi comandava: pompino finale con annesso ultimo ingoio rlappacificatore.
Eravamo arrivati a questo grado di depravata, rischiosa, incoscienza, dopo che, le prime volte, lui aveva paura a fermarsi per paura di essere visto.
Umberto, per osservare meglio, era sceso dall’auto, avvicinandosi, nascosto alla nostra vista da un furgone fermo lì vicino.
Il mattino dopo, mi accorsi che il mio compagno mi osservava in maniera strana, un po’ sorniona.
Durante una pausa mi chiamò da una parte, dicendomi che voleva parlarmi.
“Senti, non sono cazzi miei ma ti ho visto ieri su una macchina, nel parcheggio del *** che discutevi… MA CHE GLI STAVI FACENDO A QUELLO? SEMBRAVA UNA POMPA! Secondo me lo era”.
Io probabilmente divenni viola, poi cercai di negare, balbettai una scusa ma lui, vista la mia reazione, continuò: “Ma allora sei frocio! E’ per andare a scopare con quel tipo che non sei salito con noi, è pure vecchio! Ah ah ah! Qualche dubbio ce l’avevo, da come mi guardi il pacco quando ci cambiamo per la ginnastica”.
“No… si… beh… sai… io non ero… cioè ero… dai… si… poteva sembrare… ma non lo dire a nessuno qui a scuola, ti prego…ti faccio tutto quello che vuoi!”, lo stavo implorando, praticamente strisciando.
“Ma che vuoi fare… io con i maschi non ci vado! Ma non ti preoccupare non dico niente a nessuno, solo che ti ho visto provarci con le ragazze… o ti piace tutto o fai finta”.
“Penso che mi va di fare ...
... tutto” risposi io coraggiosamente, un po’ rinfrancato. Il fatto è che lui mi piaceva e non riuscivo a mentirgli, quindi lo ringraziai, cercando ancora di inventarmi una scusa: “Comunque di dico grazie, perché non l’hai detto a nessuno, ma forse hai capito male, io stavo…” non feci neppure in tempo a finire la frase perché si avvicinò la sua ragazza, salutai anche lei e poi tornammo sui banchi.
Passarono alcuni giorni senza che succedesse nulla, tutto sembrava tornato alla normalità.
Dopo le lezioni mi ero seduto, a mangiare un panino, sopra una panchina, in un parco pubblico lì vicino.
Ad un certo punto spuntò Umberto, la sua fidanzata era assente, quindi lui aveva del tempo libero.
Si sedette accanto a me, poi: “Ciao, è buono il panino? Sai, ho ripensato al parcheggio del ***, per me è chiaro che a quello gli stavi facendo un pompino”.
“Ehm… si, lo stavo facendo”, ammisi, inutile negare ed ora mi sentivo meglio.
Mi chiese se era la prima volta o se l’avevo già fatto prima. Io, a quel punto, gli raccontai che non si trattava certo della prima volta.
“Va a finire che sei pure bravo, o brava? Ti piace farli?” mi domandò, maliziosamente.
“Non lo so se sono bravo… neppure se mi piace, ma lo succhio… faccio i pompini ed anche altre cose”.
La troietta sottomessa era, inesorabilmente, venuta fuori.
“Ma a scuola no, qui non li tocco nemmeno i maschi”, continuai, quasi per schernirmi.
“I maschi? Ma allora tu sei una femmina! Sai, F. (la sua ragazza) per ...