19 - tramonto d'autunno
Data: 03/10/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: samantho91
... una non lunga ma estenuante insistenza per fargli sputare il rospo, Andrea finalmente si confida, ammettendo di essere a disagio, ultimamente sempre di più. I motivi? Purtroppo religiosi, cresciuto in un ambiente fortemente bigotto, in un paesino piccolo e molto arretrato, in cui vigeva la malata convinzione che la vita fosse fatta per soffrire e non per essere felici, che la felicità fosse un abbaglio del diavolo tentatore e altre puttanate del genere, Andrea più diventava felice col continuo consolidarsi del nostro rapporto, più era a disagio e si sentiva sbagliato. Giunsi a pensare che Andrea avesse un problema di tipo psicologico: si colpevolizzava per qualsiasi cosa lo rendesse felice, e cominciava ad autosabotarsi. Stava succedendo nella nostra relazione quando, ad esempio, col suo gruppo musicale, che gli stava dando molte soddisfazioni, eppure lo lasciò, i suoi amici, adorabili, con i quali prese le distanze, il lavoro che anche grazie al mio aiuto stava decollando, e si licenziò, il conservatorio, in cui eccelleva, che abbandonò senza completare gli studi. Tutto ciò che di buono c'era nella sua vita gli dava paranoia. Invano proposi di rivolgerci ad uno psicologo, magari insieme come terapia di coppia. In quel periodo tra la seconda metà di ottobre e gli inizi di novembre furono frequenti le notti in cui lo sentii piangere mentre credeva che io già dormissi, una in particolare si aggrappò a me, esplodendo in lacrime sulla mia spalla, perché aveva paura di star ...
... sputtanando tutto ma che non sarebbe riuscito a impedirlo. Disse che fondamentalmente dentro di lui sapeva che avevo ragione io, da mesi, sui suoi compaesani, sulle sue zie, vicine di casa pettegole ecc ecc, quando gli dicevo che sarebbe stato molto più felice se avesse avuto le palle di mandare a fanculo tutta sta gente che lo opprimeva, lui disse che aveva paura di non avere il coraggio per fare le scelte giuste, che stava prendendo quelle facili. Mi fece la stessa pena che può fare un drogato che si rende conto di sbagliare ma non riesce a farne a meno, tanto è dipendente dalla sua droga. Quel paese, quella gentaglia, quella parrocchia, erano la sua droga. Odiava e morbosamente amava tutto ciò, io feci il possibile per tenere insieme i cocci, pur se la situazione stava precipitando in una spirale di umiliazione per me, che mi ritrovavo completamente in balia di un ragazzo che si vergognava di essere gay, che stava facendo venire a galla praticamente di colpo un disagio che evidentemente c'era da mesi, forse da che ci siamo messi insieme, scoprivo un cancro nella nostra relazione che per troppo tempo forse pure io cercai di non vedere, quando nei mesi scorsi cercavo di ignorare i campanelli d'allarme come ad esempio tutte le storie contorte legate ai mille motivi per cui dopo oltre un anno e mezzo ancora non mi faceva conoscere i suoi genitori, quando lui conobbe i miei dopo poco più di un mese che stavamo insieme. In queste settimane alternavamo momenti di quiete in cui ...