Il girone della m - atto terzo - "le tre lingue"
Data: 06/10/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: CUMCONTROL
... non si irrigidiva, io succhiavo avidamente, poi mi alzai ad inseguire le sue labbra ma il mio Lui volle sfuggirmi. Allora mi inginocchiai nuovamente. “Non ti eccito più amore mio?” gli chiesi, ed egli mi levò il capo e mi rispose “amore, abbiamo da fare. Prendimi la ciotola per mettere a macerare la carne”. Gli ricomposi i pantaloni e mi apprestai a compiere i suoi ordini.
Poi corse in soggiorno. Sfilò dalla cassa panca il cellofan e mi chiese una mano. Mentr’egli stava a sistemare il cellofan per terra gli toccai ancora il cazzo. “Senti, hai rotto il cazzo. Vedi di lavorare”. Lo aiutai a distendere il cellofan. Sistemammo i cavalletti ed il grosso asse.
“Allora lo vuoi fare” gli domandai con foce rotta da un senso di profonda mortificazione.
“Be adesso che fai, ti tiri indietro?”
“Ho paura. Sono tesissimo”..
“No, ora lo devi fare. Guarda che eri tu a dirmelo che ti eccitava. Ora quelli vengono qui per questo” mi disse.
“Ma a te piace vedermi così?”
“Così come?” mi chiese..
“così, Sommerso!!!”
“Si” mi disse “Nella fogna, e devi macerarci dentro, tutta la vita”,
………. Vogliate scusare l’autore, per una digressione che a suo parere è opportuna. Calma ragazzi, io so che siete abituati allo scorrere incessante di porcherie in una logica consequenziale del fluido narrativo. Ma l’autore vuole invitare ad una riflessione cerebrale che sospende la narrazione e la riprende rinnovandone le chiavi di lettura. E’ importante capire tutto sullo stato ...
... emotivo del nostro infelice.
Bene. Ora noi sodomiti sappiamo quanto ci è cara e vicina l’iconografia del San Sebastiano. Io in particolare ho sempre apprezzato la sofferenza erotica del Giusto. Ho sempre sognato di essere il tiro a segno nei ludi rituali combinati dai tanti ai danni dell’uno. Amici che gareggiano a trafiggermi coi dardi. Mhhh, adoro questa visione.
Il dardo da che mondo e mondo ha una certa attinenza con l’eros. Basti pensare all’espressione orgasmica di Santa Teresa D’Avila nel gruppo scultoreo del Bernini. C’è ampia letteratura in merito e la considerazione appena addotta non è riconducibile senz’altro alla visione eccentrica e delirante dell’autore, ma è spiegati da luminari del mondo dell’arte e della filosofia. Ma torniamo al San Sebastiano. Forse tutti non sanno che il povero Giusto non perì sotto le frecce. Dopo la lezione inflitta dai romani, il corpo morente del santo fu buttato letteralmente nella Cloaca Maxima. Poi va bè, fu recuperato da Irene e curato, ma questo non importa.
Perire in una cloaca per amore sarebbe per l’autore il desiderio occulto del nostro infelice protagonista. Anche perché non si spiegherebbe tanta accettata mortificazione da parte del medesimo…
Ok, perdonate la digressione. Possiamo riprendere..
Squillò il campanello.
Tommaso, uno degli invitati.
“Che ci fai qui, la festa è nel pomeriggio” disse Riky.
Tommaso disse “si, lo so, ma devo cacare… devo andare al lavoro e passavo di qui. Posso usare il tuo ...