(poesia) "tu stella, io pure sole"
Data: 07/10/2019,
Categorie:
Etero
Autore: youngpope
... (luminosità della stella) la destinataria viene ammirata e spiata dagli astronomi (gli altri spasimanti o i pettegoli e le malelingue), che sono spioni anche della relazione tra il poeta e la stella/destinataria.
• Ciò che gli astronomi vedono: al tramonto il sole scende sotto il mare, ma le stelle ancora non si vedono (perché al tramonto giustamente non si vedono ancora le stelle) e uno degli astronomi si chiede come mai non ci sia né il sole né le stelle in cielo. La risposta è ovvia: si sono imboscati.
Trovo che sia un bella strofa, spiritosa e romantica allo stesso tempo.
• Gli astronomi vorrebbero comprendere la logica con cui ragiona la stella/destinataria e come fare a conquistarla. Ma è inutile fare troppi ragionamenti, il poeta/sole viene “così”, ovvero nel modo più naturale possibile, che però non è comunque un modo barbaro e seppur possa essere talvolta un poco vigoroso non fa certo male, e l’amore tra i due si rinsalda sempre più di giorno in giorno (non si parla quindi di botta e via)
• Le due strofe successive (la 10 e 11) sono forse le più belle della poesia sia per musicalità che per contenuti. Ecco la parafrasi: “e come in terra ci sono due parti, dove se in una è notte nell’altra è giorno [ovvero batte il sole - lo zenit è il punto in cui il sole è più alto, perpendicolare alla terra (o quasi) e quindi è il momento in cui batte più forte – ovvia l’allusione del battere] allo stesso modo al mattino ti risveglia il mio raggio [questa volta non si ...
... parla più della terra, ma della destinataria colpita dal “raggio” del sole] quando è rinato [che nonostante i precedenti trascorsi si risolleva] raggio che poi, di notte [notte: ovvero quando il sole batte sull’altro lato della terra, ma in questo caso l’altro lato della destinataria], birichino [aggettivo che qui mi sta molto simpatico] va a scaldare [perché in quanto raggio di sole scalda dove colpisce – e ovviamente scalda anche se non è propriamente un raggio di sole] l’altro lato [non si parla di sesso anale, semplicemente denota un cambiamento di posizione]
• Il fatto che la luce sia un vocabolo femminile, mentre il buco nero sia maschile, è un po’ straniante, e potrebbe indicare una partecipazione all’atto alquanto attiva (oltre che passiva) da parte della destinataria. La luce potrebbe indicare sia il “raggio” di sole (leggasi cazzo) ma volendo, rifacendosi alla prima parte della poesia in cui si parla di emissione di luce nella trasfigurazione (nell’orgasmo), potrebbe anche essere “ciò che viene emesso dal sole” (leggasi sperma)
• “Che quest’è si amore vero”: in parte (in base a una lettura tradizionale) è ironico poiché, comparendo alla fine di una scena d’amore (ma più precisamente di sesso) lunga diverse strofe, sottende una considerazione dell’amore come gioco e impulso fisico, seppur questa definizione non lo svaluti, poiché il gioco è parte fondamentale della realtà, e l’impulso fisico è strettamente legato con la spiritualità nell’amore, pertanto qui non ...