Bisonti della strada - 2
Data: 10/10/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: adad
... a trafficare con le mani sulla sua.
Io mi riempivo gli occhi dei suoi slip bianchi, gravati sul davanti dal suo consistente contenuto. Fissavo come ipnotizzato la sacca ripiena, cercavo, nella tenue luce, di imprimermene nella memoria tutti i particolari, e avevo paura perfino di respirare, nel timore che lui potesse capire il turbamento che mi agitava.
Senza rendersene conto, aggiustandosi probabilmente il guanciale, Matteo fece un passo di lato, avvicinandosi con l’inguine a un palmo dal mio volto, facendomi giungere l’odore dei suoi genitali, quell’aroma dolciastro di sudore e sesso maschile, di cui i suoi slip erano impregnati.
Cosa avvenne a quel punto non lo so, so soltanto che non fui più consapevole delle mie azioni. Lentamente, come al rallentatore, vidi la mia sinistra sollevarsi e sfiorargli lieve i coglioni, caldi sotto il tessuto umidiccio. Matteo non si mosse e la mia mano rimase lì, leggera come una farfalla, persa nell’audace, lasciva carezza.
Stranamente, Matteo non si accorgeva di niente, rimaneva fermo lì, concentrato nelle sue cose, a trafficare sulla cuccetta di sopra. Poi, casualmente, allargò un po’ le gambe e fu allora che vidi un movimento sotto il tessuto… un movimento serpentino, come di una biscia che si srotola dal groviglio e avanza pian piano, finché la sua testa si affaccia all’orlo della tana. E anche il cazzo di Matteo sporse la testa dallo sgambo degli slip sformati! Mezza cappella sgusciò fuori di lato, conturbante, carnosa. ...
... Mosso da uno stimolo incontrollabile, primordiale, mi tirai su, puntellandomi sul gomito, e mi allungai, lambendogli il taglietto con la punta della lingua. Era tutto bagnato.
La risposta a quel tocco fu uno scatto che proiettò fuori l’intero glande. Allora non ebbi più remore: lo presi e lo ingoiai, gustandomi il delizioso miele salaticcio di sui era spalmato.
Era inevitabile, a questo punto, che Matteo si accorgesse di quanto stava succedendo al piano di sotto; infatti fece un passo indietro e si chinò verso di me.
“Cosa stai facendo?”, mi chiese, ma la sua voce non era rabbiosa.
Io non risposi, lo fissai soltanto e tesi la mano verso il suo cazzo, ormai mezzo fuori. Lui lesse il desiderio nei miei occhi, il desiderio e la preghiera, e si comportò da vero amico.
“Ti piace?”, mi chiese.
“Sì…”, mormorai, senza neanche sapere a cosa alludesse.
“Vuoi succhiarmelo?”
“Sì… per favore…”
Lui mi fissò col sorriso del Maschio che ha soggiogato la preda.
“Ok, - rispose piano – aspetta.”, e si tolse del tutto le mutande, gettandole da una parte.
Il suo cazzo si protendeva ora verso di me, leggermente pendente all’ingiù, appesantito com’era dalla voluminosità del glande. Matteo me lo avvicinò alle labbra e io gli slinguai avidamente il pomello scappucciato, come una cagna bramosa, facendolo fremere.
Poi lo ingoiai e iniziai a succhiarlo. La grossa cappella levigata mi riempiva interamente la bocca e faticavo a svirgolarci attorno la lingua; ma mi diedi ...