Bisonti della strada - 2
Data: 10/10/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: adad
... risposi – ma se vuoi andare tu, non farti problemi.”
“Un’altra volta, magari. – fece lui – Stasera ho un ospite e non sarebbe
carino farlo aspettare fuori, - ridacchiò, passandomi confidenzialmente un braccio sulle spalle – mentre io… ti pare?”
“Direi proprio di no!”, risi pure io, alquanto sollevato.
E neanche prudente, pensai, vista la gente che gira qui attorno! Salimmo nella cabina del camion e Matteo mi fece passare nel retro, uno spazio angusto in cui c’erano due cuccette sovrapposte.
“Mi dispiace non poterti offrire di meglio.”, disse lui.
“Non ti preoccupare, va più che bene.”, lo rassicurai.
“Io dormo sopra, tu sistemati pure di sotto… e fa come se fossi a casa tua… beh, quasi!” scherzò.
Cominciai a togliermi la camicia e cercai dove metterla.
“Là. - disse lui, indicandomi dei ganci – Senti, - continuò poi – tu mettiti pure a dormire,
io faccio un giro di controllo e ti raggiungo.”
“Ok”
Matteo uscì e lo sentii trafficare attorno all’autotreno, controllando i lucchetti e tutto il resto. Intanto io mi spogliai e mi infilai sotto una leggera coperta. Mi ero tolto anche le mutande, come faccio sempre, e il mio cazzo aveva cominciato a dispiegare le ali, rimasto com’era sotto pressione per tutto il giorno.
E non potevo neanche farmi una sega! Mi ero appena rassegnato a tenermelo duro per tutta la notte, quando Matteo risalì in cabina, mise la sicura alle portiere e venne dietro.
“Tutto ok? – mi chiese – Sei comodo?”
“Beh, non è ...
... il grand-hotel, - scherzai - ma non si sta male.”
“E poi sei in buona compagnia!”, disse, mentre trafficava nella cuccetta di sopra.
“Questo è il lato migliore della faccenda.”, risposi in tono scherzoso.
Era in piedi, accanto alla mia cuccetta e io avevo gli occhi puntati alla convergenza delle sue cosce! La luce era fioca nel retro cabina, ma mi permetteva di distinguere chiaramente il bozzolo voluminoso del suo inguine. L’idea improvvisa che fra un po’ si sarebbe spogliato mi torse lo stomaco. A meno che non sarebbe salito prima sulla cuccetta… No, cercai di rassicurarmi, di sopra non c’è spazio per spogliarsi… Come a fugare i miei dubbi, Matteo si tolse la maglietta e rimase a torso nudo. Dalla mia visuale gli vedevo il ventre pelosetto e il bottone scuro dell’ombelico. L’elastico degli slip gli veniva fuori dalla cintura dei pantaloni.
Ecco, ci siamo… Il cuore prese a battermi all’impazzata. Matteo si chinò per slacciarsi gli scarponi, mi sorrise e mi fece l’occhiolino, mentre giungeva a inebriarmi l’afrore dolce e muschioso delle sue ascelle. Cominciavo a non capire più niente!
“Questi è meglio lasciarli fuori.”, disse prendendo gli scarponi e sporgendosi a deporli di fuori, accanto ai sedili.
Poi si slacciò i pantaloni, si tirò giù la zip e se li sfilò, appendendoli ad un gancio. Era rimasto in mutande… mi si annebbiò la vista e dovetti sbattere gli occhi più volte per rimetterli a fuoco. Matteo si avvicinò di nuovo alle cuccette e rimase lì in piedi ...