Bisonti della strada - 2
Data: 10/10/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: adad
Quella notte, si può dire che non chiusi occhio, tanto ero elettrizzato, all’idea che avrei fatto un viaggio con Matteo. Ti Posso imbarcare con me… Potrai vivere la tua avventura con un camionista… Mi chiesi se si era reso conto delle implicazioni equivoche di quelle parole… E se le avesse dette apposta?
Non saprei proprio dire quanti rasponi mi tirai quella notte e i giorni successivi, immaginando tutte le possibili situazioni erotiche e le infinite varianti che avrebbero potuto verificarsi durante il viaggio.
Il giorno della partenza, alle cinque di mattina ero già davanti all’ingresso della sua azienda.
“Ehilà! – fece lui arrivando una mezzoretta dopo - Si direbbe che non vedevi l’ora di
partire!”
“Buongiorno”, dissi, chinandomi al finestrino della sua macchina.
“E’ molto che sei qui?”
“Solo un paio di minuti.”, mentii.
Dall’interno dell’auto mi arrivava il suo profumo caldo e avvolgente. Per un istante mi chiesi se avevo fatto bene ad accettare quell’invito. Ma subito dopo, una scarica di libidinosa adrenalina mi schizzò nel sangue, intravvedendo il prominente bozzolo alla congiunzione dei suoi coscioni muscolosi e dissipò ogni dubbio residuo.
“Senti, - mi accorsi che mi stava dicendo – è meglio che aspetti qui. In teoria non possiamo imbarcare autostoppisti… motivi di sicurezza, capisci? Ci metterò una ventina di minuti, ok?”
Feci segno di sì con la testa; con un sorriso, lui mi fece l’occhiolino e scomparve oltre il cancello. Ripensai al ...
... pacco che avevo intravisto e mi vennero i brividi, figurandomi quello che vi era contenuto… il suo cazzo molle, i coglioni, avvolti nel calore delle mutande…
Scossi la testa con forza, come a scrollare via quei pensieri, che erano solo mie fantasie e che, se non stavo attento, rischiavano di procurarmi quantomeno una cocente delusione. Smettila di fare lo scemo, dissi a me stesso, è solo un viaggio con un amico. Ma quei pensieri conturbanti fingevano solo di assopirsi, in realtà mi rimanevano tutti nella testa, pronti a riesplodere alla minima occasione.
Finalmente, dopo un’altra mezzora d’attesa, un autotreno venne fuori dal cancello, si fermò una decina di metri più avanti, salii a bordo, allacciammo le cinture e il viaggio iniziò.
Una volta imboccata l’autostrada, il bisonte si lanciò con tutta la potenza di una mandria di cavalli e fu allora che cominciai veramente a capire l’aura di machismo che circonda la figura del camionista nell’immaginario gay.
Era straordinario vederlo dominare con sicurezza la strada dall’alto del suo mezzo, sentire il rombo possente dei motori scalpitanti, e lui che riusciva a trattenerli nella loro ansia di scatenarsi, che riusciva a domarli, a governarli, a piegarli alla sua volontà.
Il bisonte divorava la strada, le campagne scorrevano davanti ai nostri occhi e io fissavo Matteo, ne ammiravo la sicurezza, la padronanza, ero affascinato, ammaliato da quel maschio senso di potere che si sprigionava da lui. Di potere e di erotismo ...