La nuora, storia di una cagna in calore
Data: 01/11/2017,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: benves
... capelli biondi si agitavano davanti al rubinetto, man mano che la faccia di marco incalzava in mezzo alle sue cosce spalancate al massimo, per dare al ragazzo maggiore possibilità di azione.
Ad un tratto il giovane amante, arrapato come uno stallone, si aprì i jeans e si tirò fuori un cazzo grosso e scuro.
Lo menò per alcuni secondi, poi accostandosi al culo di Vanessa puntò la grossa cappella, tesa come una biglia, dentro la nicchia vaginale.
Avanzò quel tanto da farla scomparire all'interno.
Mia nuora appena avvertì l’intrusione di quella grossa fava, ficcò la testa nel lavello e tenendosi dai bordi del lavandino, si preparò ad incassare gli affondi devastanti del suo giovane amante.
I movimenti erano veloci e convulsi.
Il giovane appariva emozionato e inadeguato alla situazione.
Si teneva stretto ai fianchi di Vanessa e poi come un folle oscillava il bacino avanti e indietro.
I jeans, a causa di quei movimenti disordinati, un po alla volta calarono fino alle caviglie.
Dopo il primo impatto scioccante, riconsiderai la situazione e, con animo pacato, mi adattai emotivamente agli eventi.
Quella scena mi stava eccitando !
Lo sdegno stava scemando, cedendo il passo ad altri sentimenti.
Non riuscivo a disprezzare quella troia di mia nuora, mentre si lasciava scopare da quel ragazzino, anzi, quell'azione me la fece apprezzare ancora di più.
Pensai: Cazzo che coraggio! a farsi fottere in casa dei suoceri, senza adottare un minimo di ...
... precauzioni !
Immaginai le cagne di strada che si accoppiavano dove capitava seguendo l’unico istinto che in quel momento guidava il loro atteggiamento: il calore della fica infiammata dal desiderio incontrollato di ricevere un cazzo occasionale da un mastino arrapato.
Quella cagna lo aveva trovato subito il suo cane pronto a montarla.
Emozionato e fremente mi allontanai da quel luogo infernale, con una dolorosa erezione che pulsava nelle mutande.
Raggiunsi Andrea, seduto su una panchina del chiosco.
Aveva ordinato due birre.
Gradì molto quella offerta, perché la sete che stava tormentando la mia gola non era fisica ma psicologica.
Dentro di me i pensieri vorticavano come incubi.
Pensavo a mia nuora e al suo giovane e diabolico amante intenti a scopare come animali.
Chissà come stava evolvendo quella chiavata bestiale.
Forse Vanessa si trovava sdraiata sul tavolo e Marco, incastrato tra le sue cosce aperte, stava incalzando dentro di lei, con veemenza.
Aiutato dai suoi stupefacenti muscoli, infilava il suo grosso cazzo in modo devastante nella fica infiammata e affamata di sensazioni forti.
Stavo riflettendo quando:
“Mario!
“Si?
“Ti senti bene?
“Si! Si! Tranquillo! È il raffreddore! Un allergia che non mi abbandona mai!
“ti sei fatto vedere da uno specialista?
“Si! Ci devo convivere!
Ero eccitato.
Quella troia di mia nuora mi aveva sconvolto i sensi.
Non era il gesto materiale che mi aveva impressionato, ma la mente che ...