Ogni maledetto weekend (parte undicesima)
Data: 12/10/2019,
Categorie:
Tradimenti
Autore: Stalio
... sia, i due, oltre a parlare scopavano anche, e l'inculata conclusiva fu mitica: la prese in sette posizioni diverse, senza mai estrarre il cazzo dal culo. Se la rigirava come una trottola, e lei gemeva ininterrottamente per il piacere. Quando lui le sborrò dentro, lanciò un forte grugnito, come fosse un maiale.
E, da quel che vidi dopo, Enzo, così si chiamava, aveva emesso sborra a livello industriale. La mia Elena era bella piena.
Quella notte, mentre cercavo di dormire con un cetriolo ficcato nel culo, presi la decisione su cui stavo rimuginando già da qualche giorno: sarei tornato a Venezia da Cesare, o da Aldo, o da tutti e due insieme. Ormai mi sentivo pronto ad accogliere un cazzo vero nel culo.
Appena sveglio lo comunicai a Elena, e lei ne fu stra-felice, e d'altronde l'aveva programmato fin dal lunedì, per quello si era tenuto il fine settimana libero, immaginando che le avrei chiesto di tornare a Venezia.
"Andiamo a cazzi a Venezia, tu con Cesare e Aldo, io con Luca." Disse contentissima.
Alle 10,30 eravamo già in Piazza San Marco. Io ero in uno stato tra il preoccupato ed il curioso, preoccupato perché stavo per andare a cercare quei due bruti e rozzi ceffi di Cesare e Aldo, e curioso perché volevo sentire cosa si provava a prendere un uccello vero, dopo aver passato una settimana facendomi ficcare dentro carote e cetrioli.
Elena aveva appuntamento con Luca per le undici, quindi ebbe il tempo di accompagnarmi nelle vicinanze del bar dove speravo ...
... di incontrare Cesare ed Aldo, o uno dei due.
All'imbocco della piazza mi salutò: "Adesso è meglio se continui da solo, perché se quei due beccano anche me mi salta l'appuntamento con Luca. Fatti coraggio, sono sicura che ne uscirai bene. Ci vediamo all'una al ristorante."
"Amore, vieni da sola, ti voglio raccontare tutto."
"Sicuro...ciao Giulio." E sculettando, come al solito, si avviò verso il porticciolo delle gondole, mentre io mi incamminai verso il bar.
Constatai subito che nella veranda del bar non c'era anima viva, così cominciò a venirmi il dubbio di aver fatto il viaggio per niente, ed anche all'interno c'era pochissima gente, per lo più anziani che giocavano a carte. Nessun segno della presenza di Aldo e Cesare.
Mi avvicinai al bancone e chiesi un caffè, il barista era un uomo sui 40-45 anni, alto, robusto, ed anche lui rozzo e dai modi sgarbati, si vede che era una specialità...della casa.
Mentre riflettevo se era il caso di chiedere informazioni sui miei due uomini, sentii una mano agguantarmi il culo e stringere forte, con il dito medio che, da sopra i pantaloni, cercava il mio buchino, e trovatolo cominciò a spingere come per penetrarmi. Il mio uccello ebbe subito un sussulto di eccitazione. Mi girai per vedere chi fosse il proprietario della mano: era Aldo.
"Cosa ci fai qui finocchietto? Non dirmi che stavi cercando me?" Intanto spingeva il dito, ed i miei pantaloni leggeri di lino non erano un grande ostacolo per lui.
"Ciao Aldo, si, ti ...