Ogni maledetto weekend (parte undicesima)
Data: 12/10/2019,
Categorie:
Tradimenti
Autore: Stalio
... partita a carte e chi vinceva mi avrebbe preso per primo.
I due si bloccarono come se li avessi illuminati, mi guardarono, poi Cesare disse: "Io ci sto, a patto che prima mi fa' un pompino anche a me, così pareggiamo i conti."
Aldo si disse d'accordo, e andò a cercare le carte, mentre Cesare mi stava già ficcando l'uccello in bocca. A lui piaceva spingerlo tutto dentro tenendomi la testa bloccata, per poi farmi fare avanti ed indietro, e di nuovo dentro fino in gola. Continuò così per un po' finché non mi venne in bocca, quindi mi mollò e riuscii a lavorarmelo un po' di lingua, e a succhiare tutto fino all'ultima goccia.
Si fecero una scopa, tanto per rimanere in tema. Indovinate, per chi tifavo io?
Per Cesare...mi eccitava di più lui, forse per il fatto che era stato il primo a farmi sentire l'uccello in bocca, e già la settimana prima avrebbe voluto farmi il culo.
Intanto che loro giocavano a carte sul tavolo, io mi ero infilato sotto e li spompinavo a turno, li preparavo così entrambi per prendermi, chiunque fosse stato, speravo in Cesare ma avrei accettato anche Aldo.
Vinse Cesare, con mia grande gioia, e prima di uscire da sotto il tavolo mi infilai in bocca il suo uccello, fino in gola, poi feci un risucchio fortissimo, quindi uscii e mi misi in piedi, ero pronto.
Senza tanti fronzoli mi spinse giù a novanta gradi, con la pancia sul tavolo, mi unse il buco con qualcosa di liquido, credo fosse olio, puntò la cappella e cominciò a spingere. Sentivo ...
... che era caldo, duro, vivo, tutt'altra cosa in confronto alle carote ed ai cetrioli, Elena aveva ragione.
Pian piano il buco cominciò a cedere, più spingeva e più lo sentivo, finché la cappella entrò dentro e fu un dolore fortissimo, come un coltello che ti entra nella carne. Lanciai un urlo tremendo, e lo pregavo: "Piano...fai piano...mi stai spaccando in due." Non era il tipo da andare piano, e poi era infoiatissimo.
Con due-tre colpi me l'infilò tutto dentro, sentivo le palle sbattermi contro, e allungai anche una mano per accertamene: si era tutto dentro.
Si fermò un po' così, per far abituare i muscoli anali all'intrusione, quindi incominciò a pomparmi. Sentivo la cappella, che era notevolmente più grossa dell'uccello, strusciarmi sulla carne. Per qualche minuto fu solo dolore e bruciore, ma poi lentamente qualcosa cominciò a cambiare. Un calore improvviso mi invase, ed il dolore passò in secondo piano. Cesare se ne rese conto subito, ed accelerò. Mi dava dei colpi che mi facevano sobbalzare, ed io spingevo il culo indietro per sentirlo meglio, gemevo per il piacere e senza rendermene conto ebbi un orgasmo violentissimo, ed un altro ancora quando Cesare mi inondò le visceri di sperma, e continuò a pomparmi ancora ma rallentando sempre più, finché non si fermò, ma non uscì subito. Alla fine lo tirò fuori e si accasciò su una sedia. Mi sentii svuotato, come se mi avessero tolto qualcosa di mio, e non fu una bella sensazione.
Ci pensò Aldo a riempirmi nuovamente, ...