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L’estate dai miei cugini. 1 la punizione
Data: 14/10/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: troiettobisex
Ripubblico questa storia col mio nuovo account . La storia che sto per narrarvi risale a circa 20 anni fa. Ero in piena adolescenza, con gli ormoni a mille, non ancora del tutto consapevole dei miei orientamenti sessuali. Avevo 16 anni e anche se desideravo vivere le emozioni al massimo e sperimentare il sesso a 360 gradi la mia inesperienza insieme alla timidezza mi frenava, ma quell'estate tutto cambiò. Fin da quando ero piccolo ho passato quasi tutte le vacanze estive a fare viaggi per il mondo insieme ai miei genitori. Quell'anno mio padre punendomi per esser stato bocciato al liceo decise di mandarmi a lavorare in campagna da suo fratello fino al rientro a scuola. Così mentre lui con mia madre sarebbe andato a divertirsi in Brasile per un mese e mezzo io sarei stato costretto a lavorare nell’azienda zoo-agricola di mio zio, aiutando i miei cugini nei campi e nell’allevamento del bestiame. I primi di luglio i miei mi accompagnarono, con mio grande sconforto, di prima mattina nel casolare di zio Enzo. Arrivati lì mio zio insieme con due miei cugini ci ha accolto all’interno di uno stanzone, adiacente alla casa padronale, con dentro un forno per il pane ed un immenso tavolone al centro adibito a cucina. Dopo i saluti di rito mentre mio zio stava offrendo un caffè ai miei io e i due cugini siamo andati fuori a vedere la fine dell’alba. Mentre ero fuori con Marco e Luigi ad ammirare i raggi di sole che raggiungono illuminandole le colline circostanti non ...
... riuscivo a star tranquillo e facendo finta di niente cercavo di ascoltare i discorsi che provenivano dalla cucina. Capivo poco, ma quel poco mi era bastato per rattristarmi, sentivo mio padre che esortava il fratello a farmi lavorare duro tutti i giorni che sarei stato lì in campagna dicendogli che non doveva essere per me una vacanza ma una punizione esemplare. Finito di bere il caffè dopo aver ringraziato zio Enzo per la disponibilità mio padre prese per un braccio mia madre, quasi piangente, e senza salutarmi scapparono via alla volta dell’aeroporto internazionale. Mio zio dopo aver visto la macchina dei miei scomparire dietro le colline mi chiama subito a se. Io andai da lui col capo chino e pronto a ricevere il primo ordine di una lunga serie ma quel grosso omone che mi ritrovai di fronte mi accolse con un gran sorriso dicendomi di stare tranquillo. Mi disse che lui non era “palloso” e perfettino come il fratello e cercando di rincuorarmi mi confessò che anche lui in gioventù fu bocciato a scuola. Aggiunse poi che in quel periodo non c’era in azienda granché di straordinario da fare e che vista la mia età giovane, la calura di quei mesi estivi, se non dicevo niente ai mio padre potevo tranquillamente dare giusto una mano e poi divertirmi e giocare insieme ai miei cugini. Il mio volto s’illuminò e rispondendo finalmente al sorriso lo abbracciai ringraziandolo. Dopo, arrivarono anche gli altri 4 cugini, che mi accolsero portandomi nella loro camera per sistemare il mio ...