1. Rifiutata, punita, accolta


    Data: 15/10/2019, Categorie: Etero Autore: pop45, Fonte: Annunci69

    ... superficie senza premerle. Il reggiseno mi impediva di sentirne il calore ma ugualmente due capezzoli appuntiti mi segnalavano che quella carezza non risultava indifferente. Staccatomi da lei riuscii a sganciarle la gonna e a lasciarla cadere a terra. Le avevo chiesto di indossare intimo di pizzo bianco e così aveva fatto. Passai un dito nell’elastico della mutandine come se volessi abbassarle. Indugiai un po’ ma subito mi ritrassi allontanandomi da lei. La guardavo in quella posizione buffa e umiliante. La gran signora, la donna magnetica e fiera, era lì davanti a me col culo esposto, la gonna ai piedi, in un inequivocabile atteggiamento di arresa, senza poter parlare, con le mani legate, la testa bassa, ispezionata e palpata come un oggetto qualunque, pronta a ricevere una punizione che tardava a venire. Mi faceva quasi tenerezza. Avrei voluto girarla, stringerla tra le braccia e baciarla, tanto era desiderabile. ma il disappunto di essere stato “usato” mi spingeva a manifestarle la mia rabbia in ben altro modo.
    
    - è un peccato. Hai un corpo piacevole, molto. Farebbe la gioia di qualunque uomo. Ma tanto sei desiderabile quanto sei stronza. Non mi aspettavo che obbedissi alla mia provocazione. Vuoi forse dimostrare che sai quello che vuoi e che sei sempre padrona delle tue scelte? Ridicola! Guardati come sei ridotta, sei indecente col culo fuori davanti a un estraneo che ne frega altamente del tuo orgoglio. Una cinquantenne col culo in mostra come una ragazzina ...
    ... svigliaccata.
    
    Le avevo scritto: “... se hai il coraggio delle tue azioni e sei convinta di essere una donna perfetta, allora vieni da me e ti dimostrerò il contrario. Proprio perché ti consideri un simbolo erotico devi indossare un intimo di pizzo bianco, come una verginella pudica e inesperta. Ti farò abbandonare il tuo orgoglio di donna perbene e ti tratterò da sciocca e impertinente, come una ragazzina presuntuosa. Ma non ne avrai il coraggio, hai una considerazione troppo alta di te stessa.” Ero convinto non sarebbe venuta perché aveva capito che l’avrei umiliata e trattata con disprezzo. L’averla vista apparire sulla porta mi aveva spiazzato. Venire da me significava assoggettarsi a ricevere una punizione umiliante, perché quello le avevo prospettato, per un modo di porsi arrogante che non voleva ammettere palesemente. Era, in qualche modo, riconoscere di essere stata rifiutata, confessare una colpa e un bisogno di perdono, per essere di nuovo accettata. E se ciò doveva passare attraverso la sopportazione di un castigo, così sia, la posta in gioco era grande. Ed eccola lì, a Canossa. Ormai non potevo più fare marcia indietro e, anche se ero attratto dalla sua bellezza e dal suo erotismo e avrei voluto “prendermela” in ben altro modo, dovevo arrendermi e recitare il mio ruolo di educatore inflessibile. Non era forse questo che mi chiedeva?
    
    - Ti sei irrigidita perché ti ho chiamato stronza. Già, me lo hai anche scritto, tu non usi il linguaggio volgare che utilizzo io. Non ...
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