1. Papi, un gioco a due


    Data: 15/10/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: RedTales

    ... riprese a passare l’asciugamani proprio li…
    
    A bassa voce lo pregò di: “non punirmi.
    
    Non l’ho fatto apposta. Non mi sculacciare!”
    
    Ma lui decise di mantenere la promessa fatta poco prima e, sedutosi su una sedia le ordinò di mettersi sulle sue ginocchia. Lei lo fece, continuando però a pregarlo di non sculacciarla. Le sollevò il vestito fin sulla schiena e poi, con attenzione le abbassò il collant alle ginocchia.
    
    Davanti agli occhi aveva uno splendido culo e due meravigliose cosce.
    
    Accarezzò entrambi notando quanto fossero lisci, morbidi, glabri e assestando subito un piccolo colpo che risuonò nella stanza in contemporanea con il lamento di lei.
    
    “Ahi!”
    
    “Questo per i libri!”
    
    Appoggiò nuovamente la mano su un gluteo e iniziò ad accarezzarlo in modo circolare, come per trovare il posto migliore su cui assestare una seconda sculacciata che arrivò dopo poco in modo repentino e più forte di prima.
    
    “Ahi! Mi hai fatto male!”
    
    Non le rispose, limitandosi a massaggiarla dove l’aveva colpita per poi colpirla di nuovo. E, dopo ogni sculaccione il massaggino diventava più lungo e si allargava. Adorava accarezzare quella pelle così liscia ed era fantastico guardarle le gambe con le calze arrotolate e, ogni tanto, la mano scivolava lungo di loro, spostandosi anche all’interno coscia per poi rialzarsi bruscamente e… colpire ancora.
    
    Vedere quel bel sederino diventare sempre più rosso gli dava una particolare eccitazione. D’altra parte Giuly non riusciva a ...
    ... trattenersi e, ad ogni carezza vibrava, vibrava come una corda tesa e, pur non facendolo, avrebbe voluto gridargli di continuare perché pure lei era eccitatissima. Ma la cosa era così percepibile che il gioco durò a lungo e certamente furono più le carezze di preparazione e il tempo dedicato a guardarla che i ceffoni assestati ma, alla fine, le due chiappette erano decisamente rosse.
    
    Ad un certo punto Sandro le comunicò che la punizione era finita: “alzati e mettiti a posto! Che ti serva da lezione. Impara a comportarti...”
    
    Lei si sollevò e, dandogli le spalle si piegò in avanti per far risalire il collant ma, maliziosamente, anche per “sbattergli” in faccia ancora il suo culetto arrossato. Inoltre non voleva fargli vedere il suo sesso, che, in quel momento, riteneva del tutto… irrilevante.
    
    Si sistemò il corto vestito e poi gli si aggrappò addosso, come una gattina spaventata e gettandogli le braccia intorno al collo gli disse che le bruciava il culetto e che le aveva fatto male. La consolò ma era evidente che lei voleva qualcos’altro. Poco dopo lo lasciò e si sedette sul divano ma, continuando a lamentarsi e dicendo che non riusciva a stare seduta, si mise sdraiata, con il sederino in su: “mi fai un massaggino?”
    
    Giuly voleva continuare quel gioco che le stava piacendo tanto e prese l’iniziativa per coinvolgerlo. Lui colse la palla al balzo: “non te lo meriteresti, ma per questa volta...”
    
    Lei si tirò su il vestitino per offrirgli nuovamente le terga e l’uomo, ...