Scoparsi la cognata (prima parte)
Data: 18/10/2019,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: suntopless
... oltre ai nostri soliti incontri, spesso andavamo al mare insieme. Qualche volta trascorrevamo anche le vacanze insieme.
Al mare la mia Yoko era abbastanza libertina. Usava sempre dei bikini con dei triangoli piuttosto piccoli sopra e dei brasiliani sotto. Alcune volte arrischiava anche dei tanga. Insomma, non lasciava quasi nulla all’immaginazione.
Linda invece era più riservata. Indossava sempre dei costumi abbastanza coprenti, castigati. Ma, viste le dimensioni delle sue tette, queste non potevano essere contenute più di tanto. Strabordavano sempre e mi facevano impazzire. Non solo, ma questa sua voglia di coprirsi veniva spesso tradita dal caso e dai suoi gusti in fatto di costumi. Infatti Linda, che solitamente indossava dei costumi con il pezzo di sotto piuttosto abbondante oltre che coprente, spesso veniva sorpresa dalle onde del mare agitato che ogni tanto riuscivano a spostarglielo. Restava così con buona parte di quel molto rotondo culo che aveva tutto nudo. E la cosa più divertente era che quasi sempre non se ne accorgeva, almeno non subito, per la delizia dei miei occhi che non aspettavo altro e di tutti i presenti in spiaggia che potevano ammirare lo spettacolo.
Fu durante una delle nostre vacanze insieme che capitò un episodio che mi fece ribollire il sangue fino a farmi impazzire del tutto e fino a convincermi ad agire ancora con più decisione.
Ci trovavamo in un bellissimo albergo, molto isolato, con nulla attorno. C’era una bellissima spiaggia ...
... privata. Molto grande, spaziosa, curata. Talmente grande che gli ospiti della struttura, abbastanza numerosi, non si ammassavano l’un l’altro, ma si disperdevano fino a dare l’impressione che ci fossero poche persone in spiaggia.
Stavamo trascorrendo una bella vacanza, molto calma e rilassante. Alternavamo momenti di puro rilassamento al mare con altri dedicati a delle brevi escursioni per ammirare le bellezze delle località poco distanti.
Quasi a fine vacanza ci dissero che non molto distante dalla spiaggia dell’albergo si trovava una caletta stupenda. Piccola ed irraggiungibile da terra, quindi praticamente deserta.
Decidemmo di affittare un pedalò e di andare a vedere. Ci dissero che in una mezzora di pedalata o poco più l’avremmo potuta raggiungere. Ovviamente io e Paul ci mettemmo ai pedali e le ragazze si misero dietro, sedute nei sedili posteriori, con la schiena contro le nostre schiene.
Dopo un quarto d’ora circa di pedalata io e Paul ci accorgemmo di trovarci soli in mezzo al mare. Era quello che avevamo deciso insieme: piuttosto che costeggiare la riva, per raggiungere la caletta avevamo deciso di percorrere un tragitto più lungo. Avevamo tracciato un percorso immaginario. Ci eravamo infatti diretti verso il largo per fare un bagno nelle acque profonde mentre poi saremmo andati verso la caletta solitaria.
Smettemmo di pedalare e contemporaneamente ci girammo verso le ragazze. Io in diagonale vedevo Linda seduta dietro Paul, lui di contro vedeva, sempre ...