I ricordi di una prostituta (storia vera)
Data: 20/10/2019,
Categorie:
pulp,
Autore: Alba17
... diede un bacio. Sua mamma quel giorno era andata da sua sorella. Finalmente la casa era tutta per noi due. Pulii, preparai un magnifico pranzo, chiusi gli scuri, accesi candele, mi misi il vestito più sexy che avessi e aspettai con ansia il suo arrivo. Non vedevo l'ora di dargli il regalo, il mio regalo per lui. Ma non venne solo. Venne con certi suoi amici che non conoscevo, e alla cui sola vista mi si accapponò la pelle,talmente poco mi sembrarono raccomandabili. Andai in camera nostra. Mi chiusi a chiave delusa. Volevo piangere. Mi seguì. "Apri la porta!" mi disse. Ubbidii. "Che hai?" mi chiese. Gli raccontai con le lacrime agli occhi quello che volevo fare con lui e quanto avrei voluto fosse da solo. Allora chiuse la porta alle nostre spalle e gli donai, anzi, prese brutalmente il mio corpo anche questa volta. Piansi di rabbia. Non volevo farlo così. Volevo fosse tutto perfetto. Ma lui, come un animale, pensò solo ai suoi istinti. Mi ordinò di vestirmi, mi diede un bacio sfuggente con un semplice grazie e mi disse di raggiungerlo dagli altri. Piansi un po', ma poi mi passò. "Oggi andiamo al mare!" mi disse distaccato. "Perché?". "Perché voglio festeggiare con te e i miei amici" mi rispose. Storsi un po' il naso, ma null'altro. In fondo, era il suo compleanno e non volevo certo rovinargli la festa. Lunga la strada, interminabile. Arrivammo verso sera. Entrammo in un appartamento vecchio e sudicio. Mi sembrava tutto strano e mi chiedevo come mai fossimo finiti lì. ...
... Cenammo, bevemmo, poi non ricordo più nulla. Quando mi svegliai, del mio amore non c'era più traccia. Ero rimasta in balia di quei quattro. Ebbi paura. Chiesi a loro: "dov'è il mio amore?". Mi dissero: “ora tu sei nostra. Il tuo amore ti ha venduta a noi. Gli hai fatto proprio un bel regalo per il compleanno, bambolina. In cambio ha ricevuto una bella cifra". Risi forzatamente. "E' uno scherzo, vero?". La mia risata si trasformò in smorfia di dolore quando capii che non lo era. Urlai terrorizzata con quanto fiato avessi in gola e corsi fuori per scappare. Mi presero, mi picchiarono, mi rasarono i capelli a zero... i miei bellissimi capelli. Risero. “Così non puoi più scappare"- mi dissero. Dalle nostre parti, le donne non possono andare per strada con la testa pelata. E' una vergogna. Arrivò di nuovo la notte, e quella notte, senza la luna, quei quattro mi fecero salire in un gommone e partimmo per il loro paradiso. Non sto li a raccontarvi le onde del mare, la paura che mi avvolgeva ogni volta che lo scafo andava in velocità e schivava qualche onda, quando mi sembrava di cadere in mare, o la nausea dovuta al mare mosso. Tutto questo era niente in confronto a ciò che avrei dovuto affrontare in seguito. Una volta scesi in Italia, nel paese dei sogni di tutte le mie coetanee, ci aspettavano altri uomini. Mi vennero vicino. "Uh, ma che bella!" dissero- Peccato senza capelli, ma le mettiamo la parrucca e subito a lavorare". Mi fecero l'occhiolino. Restai muta. Loro, poi, si misero a ...