1. Il ricatto 3°


    Data: 24/10/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: nh-paul, Fonte: Annunci69

    Capitolo 3
    
    Quella notte Michele non riuscì a dormire molto. Si sentiva ancora dentro il dito di Corrado e il solo ricordo della giornata trascorsa glielo faceva venire duro. A dire la verità il buco gli faceva anche un po’ male ed avvertiva un leggero bruciore se si toccava. Ma là nella sua camera, al buio, ripensare, rivedere nella mente l’incredibile giornata che aveva vissuto, gli procurava ondate di piacere.
    
    E non aveva certamente il permesso di masturbarsi!
    
    Certo che la voglia era forte. Ma che avrebbe pensato Corrado, quando l’avesse saputo? Certamente l’avrebbe punito. E questo pensiero gli dette un’altra scossa. La punizione sarebbe stata dolorosa, ma piacevole come le altre? La mano corse ad impugnare l’uccello. Nonostante in tutto il giorno fosse già venuto più volte, fu subito sul punto di sborrare. Tentò di resistere e ritardare il piacere, ma non ci era mai riuscito e si lasciò andare, bagnandosi la mano. Il pensiero che avrebbe dovuto dirlo a Corrado l’assalì immediatamente. Poteva tacere? No, si disse quasi in sogno, perché stava già addormentandosi, con la mano bagnata e stretta attorno all’uccello. Non avrebbe taciuto, perché voleva essere punito!
    
    Anche Corrado era a letto.
    
    Quelle notti che doveva trascorrere da solo in casa voleva che fossero diverse. Perciò aveva cominciato a dormire nudo, cosa che non si sarebbe mai potuta permettere con i genitori presenti, con la mamma che entrava con ogni scusa nella sua camera, di giorno e di notte. ...
    ... Con quella porta che non si chiudeva mai, senza chiave, perché lui da piccolo era rimasto chiuso dentro. E d’allora erano scomparse tutte le chiavi di casa.
    
    Era nudo, a pancia sotto, sopra un cuscino, a fotterselo come faceva da quando aveva imparato a masturbarsi. Quella sera, quella notte, aveva tutto il tempo che voleva. Se ne stava là, strusciando l’uccello duro contro il cuscino e ricordava ogni particolare di ciò che aveva fatto con Michele. Il ragazzino si era rivelato un porcello, almeno quanto lo era lui. E forse di più. Ora sapeva anche che gli piaceva prenderlo in culo: gli aveva tenuto il dito dentro per non sapeva più quanto tempo. E l’avrebbe accontentato. Forse proprio il giorno dopo.
    
    A quel pensiero si mosse più velocemente, contro il cuscino.
    
    “Ti inculo, ti inculo” mormorò “ti inculo, come una puttana!”
    
    Ascoltarsi dire queste parole lo bloccò: possibile che le avesse pronunciate lui stesso? Se non fosse stato nudo a scoparsi il cuscino, non ci avrebbe mai creduto. Invece era proprio così! L’aveva detto e soprattutto lo pensava. E desiderava farlo. E l’avrebbe fatto presto, adesso che aveva Michele.
    
    Rallentò, poi riprese i movimenti, rallentò e si lasciò andare, finalmente. Si era masturbato per molto tempo. Forse quella sera aveva battuto il suo record: stava diventando bravo. Proprio nel momento in cui veniva aveva pensato che gliel’avrebbe tenuto dentro per almeno un’ora a Michele. Si mosse finché non ebbe calmato tutta l’eccitazione e poi si ...
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