1. Colazione Da Alessia


    Data: 03/11/2017, Categorie: Etero Incesti Autore: auditore, Fonte: RaccontiMilu

    Non vi è mai capitato di svegliarvi e credere che tutto quello che avete vissuto sia stato solo un sogno?Un brutto incubo dal quale basta aprire gli occhi per sfuggire al crudele destino?Ecco esattamente come mi sento nel giorno del mio processo; il capo d'imputazione recita:"Concorso aggravato ti colpa per frode informatica fiscale a scopo di estorsione".Sono sempre stato un problema: per la mamma, per la maestra, la professoressa ed i docenti universitari ma la furbizia, e diciamolo tante volte botte di culo, mi hanno sempre tenuto fuori dai guai più seri.Glielo dicevano sempre ai miei genitori:-Figli piccoli problemi piccoli, figli grandi problemi grandi- e come una premunizione Maya mi trovai invischiato in un grosso guaio.Aggirare un firewall o criptare una password di accesso non sono certo delle grosse violazioni per la polizia, ma quando fornisci queste informazioni a due ragazzi romeni che usano i dati trovati per scucire soldi ad un alto funzionario della sanità, allora i guai vengono a bussarti alla porta.Il mio avvocato mi assicurò che al massimo avrei rischiato solo uno sberletto sulle mani invece il verdetto fu agghiacciante: un anno di detenzione che grazie alla mia fedina penale candida si tramutò in dodici mesi di arresti domiciliari.Mio padre però era stato categorico quando sbraitando mi aveva avvisato:-Se salta fuori che sei colpevole ti sbatto fuori di casa- detto fatto, perciò sgranando il rosario di conoscenti con un domicilio adeguato mi restarono ...
    ... solo due opzioni da comunicare alla magistratura.La prima consisteva in mia zia Antonietta e la sua religiosissima famiglia; ricordo anni fa, quando vide per la prima volta il mio tatuaggio maori sulla gamba, urlò a mia madre che il diavolo in persona abitava nel mio cuore. La scartai a priori.La seconda ed ultima opzione, su consiglio spassionato di mia mamma, era la casa di mia sorella Alessia.Il primo giorno di detenzione domiciliare forzata, fui portato da una volante della polizia penitenziaria da Firenze a Pontassieve, dove risiedeva il quarto membro della mia famiglia. Dopo cinque minuti di tentativi al citofono e al cellulare Alessia si degnò di aprire il portone ai poliziotti; le fecero firmare i documenti per la custodia e le regole di reperibilità. Assonnata, sfatta e svogliata liquidò velocemente i militari e facendomi entrare in casa, senza nemmeno degnarmi di un saluto, tornò a letto; mi trovai così intrappolato in questo paese di 20000 anime, a solo mezz'ora da Firenze ma distante ancora 365 giorni dalla libertà.Non avevo mai fatto visita a mia sorella da quando si era trasferita e nemmeno ci eravamo più sentiti; le uniche volte che la vedevo erano solo per le feste comandate, in mezzo a tutti gli altri parenti dove ci scambiavamo al massimo cinque parole e tre insulti.I dispetti da bambini, le azzuffate da adolescenti, le liti urlate e silenziose da adulti: la rivalità tra fratelli non si esaurisce con la maturità, al contrario cresce con l’età e ce la si porta ...
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