Senza rete ...
Data: 02/11/2019,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: reninytxis
... torta mandorle ed albicocche. Sciacquando giù tutto con un bicchierone di aranciata, partimmo ruttando impazientemente per destinazione ignota.
Lo seguii attraverso la parte della villa già abitabile, tra stanze senza porte e camere arredate alla meglio.
-Ma le porte? – chiesi preoccupato.
Ammiccò da sopra una spalla con un ghigno misterioso.
-Non sono ancora pronte – disse – Ma tranquillo … non servono dove andiamo.
Uscimmo su una terrazza sul retro e scendemmo una scalinata che portava al futuro giardino, stracolmo di materiali e macchinari, e mi guidò all’autorimessa. Qui restai molto deluso: uno scheletro a malapena chiuso da mura intonacate con accessi e finestroni senza ombra di infisso e forse tre dita di polvere di calce e cemento sul pavimento.
-Ma dai! Ecchecc…
Fred rise e mi fece segno di fare silenzio. Poi, invitandomi con la mano, mi guidò verso alcuni pannelli in lamiera. Dietro c’era uno sportello di metallo, abbastanza grande perché un uomo potesse passarci.
-È l’accesso per la manutenzione. – sussurrò – Qui dietro c’è un’intercapedine in cui si può entrare. Vieni!
Io scossi vigorosamente la testa.
-Ma sei scemo! – sibilai – Mia madre m’ammazza se mi sporco!
Lui stizzito mi fece cenno di seguirlo senza discutere. Aprì lo sportello che con mia sorpresa non cigolò, mostrando un ambiente immerso nella penombra, pavimentato e pulito.
Mi precedette ed io, sospirando lo seguii. Era una specie di cunicolo, non particolarmente ...
... stretto, in cui dovevamo procedere in fila indiana. Ad intervalli di, forse, due metri, si aprivano in alto, sul muro esterno, prese d’aria che illuminavano fiocamente il sedere di Fred davanti a me.
Improvvisamente si fermò, si girò e si distese sulla schiena, fissandomi …
-Beh?! – feci, interdetto – Che c’è?
Mi guardava, esitando. Era disteso di fronte a me, gambe appena divaricate, appoggiato sui gomiti …
Lentamente, slacciò la cintura e sbottonò i calzoncini … aperse la zip … ed abbassò gli slip tirando fuori un rispettabile uccello che cominciò lentamente ad accarezzare …
-Me lo fai un bocchino?
Non so come rendere la pausa che seguì … ma ancora più difficile sarebbe descrivere la ridda di sensazioni e pensieri che si scatenò.
A quell’età dire che fossi impulsivo quando mi adiravo sarebbe un eufemismo: sbottavo in urla selvagge e decisamente volgarissime. Ma in quel momento ero più che incazzato: ero FURIOSO!
Mi trattenni. Mi sentivo tradito, preso in giro, incastrato … ed eccitato! “Porco demonio!” pensai e non sapevo se vergognarmi più per quella situazione o perché mi dovevo sforzare di fissare Fred in faccia per non fissare invece quella fava che sembrava invitarmi! Ricordo che pensai perfino “Oddio! Sono ricchione!”
Ed invece udii la mia voce sussurrare:
-Non so come si fa …
Fed mi guardò come si guarda qualcuno che ha appena chiesto “Quest’anno di che giorno cade Pasqua?”. Ma prima che potesse riprendersi aggiunsi:
-Fammi vedere ...