1. Io, tu e il giovane guardone


    Data: 02/11/2019, Categorie: Prime Esperienze Autore: SexCulture

    Era la fine del mese di luglio, la giornata era soleggiata, l’aria fresca e frizzante della montagna scelta era risultata ammirevole ed esemplare: si trattava d’un monte nelle Alpi della provincia di Torino, una bella cima di circa duemila metri con un’ampia splendida vista sull’intero arco alpino. Appena giunti sul luogo ci avviammo preparandoci per affrontare l’arrampicata, io indossavo la classica maglietta grigia con i pantaloni corti, i calzettoni e gli scarponi, molto più interessante era invece il suo abbigliamento composto da una canottiera molto larga con un leggerissimo reggiseno un paio di pantaloncini corti molto attillati e sgambati, attraverso i quali s’intravedeva la sagoma d’un minuscolo tanga, sennonché dopo qualche minuto di smarrimento, durante il quale avevo pensato seriamente di lasciar perdere la scalata portandoti nell’hotel più vicino, si partiva in conclusione per iniziare l’escursione.
    
    In quella circostanza si parlava, si rideva e si scherzava tenendosi per mano, mentre il tempo passava veloce, dove il sentiero era più stretto io coglievo l’occasione per farti passare davanti per aver così l’opportunità d’ammirare i tuoi glutei sodi che si muovevano davanti ai miei occhi. Ogni tanto facevamo una sosta, ci scambiavamo effusioni amorose, baci pieni di slancio, carezze e palpatine, dato che incurante della possibile presenza di altre persone stringevo forte il tuo seno e le tue cosce provando fremiti di piacere. A un certo punto, dopo una curva ...
    ... sul sentiero, il primo incontro della giornata: si trattava d’un giovane pastore, tenuto conto che avrà avuto suppergiù vent’anni d’età con il quale scambiammo quattro pettegolezzi. Il giovane pareva però più interessato dalle tue forme che ai discorsi che trattavamo: lui non perdeva in realtà l’occasione di guardare di traverso i tuoi capezzoli vistosamente induriti sotto la canottiera a causa del sudore e del lieve vento fresco, così di tanto in tanto con la scusa di mostrarci questa o quella cima, passava dietro di te e ti consumava visibilmente le natiche con lo sguardo.
    
    Non ero infastidito o scocciato dal suo comportamento, anzi, ero orgoglioso ed eccitato al pensiero che eri solamente mia e che lui avrebbe potuto accarezzarti unicamente con lo sguardo, tu nondimeno naturalmente ti eri già avvedutamente resa conto dell’insistenza dello sguardo del ragazzo ed eri al tempo stesso spazientita, ma apertamente e insolitamente lusingata. In tal modo, salutato il ragazzo e ripreso il cammino, ci avvicinavamo sempre di più alla vetta, visto che il sentiero era diventato più stretto e ripido con alcuni tratti esposti con delle pendenze e con dei pericolosi strapiombi. Noi proseguivamo lentamente tenendoci a tratti a una catena in ferro infissa nella parete di roccia, mentre io t’aspettavo e ti stringevo forte la mano nei passaggi più duri. Passato il tratto più difficile il sentiero ritornava a farsi più ampio e s’apriva in una ampia conca erbosa dove nella sommità s’innalzava ...
«1234...»